Berretta raddoppia: |Parlamento e sindaco - Live Sicilia

Berretta raddoppia: |Parlamento e sindaco

Giuseppe Berretta, deputato nazionale del Pd, in occasione del consuntivo di fine legislatura, fa chiarezza sulle intenzioni per il futuro, fugando i dubbi sulla presunta incompatibilità tra la candidatura alle primarie e quella a sindaco. "Correrò per le primarie del Parlamento - dichiara a LivesiciliaCatania - ma l'obiettivo rimane Palazzo degli Elefanti".

VERSO LE COMUNALI
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CATANIA – Candidarsi alle primarie del centrosinistra per tastare il polso della città mantenendo come obiettivo prioritario la poltrona di sindaco di Catania. Giuseppe Berretta, deputato nazionale del Pd, in occasione del consuntivo di fine legislatura, all’indomani delll’ultima seduta di Parlamento, fa chiarezza su quello che intende fare nel futuro, immediato e a lungo termine, fugando i dubbi sulla presunta incompatibilità tra la candidatura alle primarie del prossimo 30 dicembre e quella a sindaco.

“Non ci sono impedimenti” – spiega Berretta a LivesiciliaCatania, riferendosi all’articolo 3 comma 5 del regolamento delle primarie secondo cui: “Coloro che si candidano alle primarie per il Parlamento nazionale non possono essere candidati alle elezioni regionali e delle città metropolitane che si svolgono contestualmente o nei 6 mesi successivi alle elezioni politiche”. “La norma di cui tutti parlano in questo momento – continua – è stata stabilita per le città metropolitane e Catania non lo è, almeno per il momento”.

Non c’è nessuna incompatibilità, dunque, per il deputato democratico che ribadisce la sua volontà di spendersi per le primarie, “per rilanciare la partecipazione democratica in questa fase politica in cui profondo è lo scollamento con la base e il territorio”, mantenendo come obiettivo prioritario la conquista di Palazzo degli Elefanti. “La mia priorità assoluta rimane Catania. Qualcuno, forse, confonde i suoi desideri con la realtà dei fatti e con le cose concrete – prosegue Berretta – ma la città etnea, per quanto sia una città grande e importante, non rientra tra le 11 città metropolitane previste dalla legge”.

Assicura che, nel caso in cui fosse eletto alla Camera e, successivamente, sindaco, lascerebbe Roma un minuto dopo essere diventato primo cittadino. “L’impegno rimane la conquista di Palazzo degli Elefanti. L’assetto normativo è cambiato – continiua – e l’incompatibilità tra le due cariche è chiara, per cui non c’è dubbio che rinuncerò all’eventuale posto in Parlamento. In ogni caso, a prescindere dal fatto formale, la mia priorità è e rimane Catania, dove abbiamo possibilità di attuare un grande rinnovamento e di fare un’esperienza di governo di un territorio che ha estremamente bisogno di essere governato meglio di come non sia stato governato negli ultimi anni”.

 

 


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