KABUL – Sono due militari siciliani i soldati italiani rimasti feriti a Farah, in Afghanistan: i due soldati sono entrambi bersaglieri del VI reggimento di Trapani e sono stati coinvolti nell’attentato che ha colpito un convoglio italiano, avvenuto stamattina intorno le 8.50 ore locali (6.20 italiane) in una delle zone più calde dell’area monitorata dal contingente italiano. Uno dei due militari è residente a Trapani, l’altro a Villabate di Palermo.
Ad esplodere è stato un led, un ordigno rudimentale improvvistato disposto nel tragitto del convoglio che trasportava i militari italiani della Transition support unit south (Tsu), insieme ad alcuni soldati dell’Afghan national army (Ana). I due bersaglieri siciliani non sono in pericolo di vita: sarebbero infatti lesioni da schegge le ferite riportare dai militari a causa dell’esplosione dell’ordigno. L’incidente è avvenuto a circa 20 chilometri da Farah e ha coinvolto il convoglio su cui si trovavano i bersaglieri, composto appunto da automezzi Tsu e Ana.
Il ministro della difesa Mario Mauro ha sottolineato che l’attentato è stato rivendicato dai talebani afghani, che hanno dichiarato la morte di cinque soldati italiani causato da un attacco suicida, ma per il ministro “non risulta né l’una né l’altra circostanza”. I blindati colpiti dall’esplosione dell’ordigno rudimentale erano di tipo Lince: “La particolare scocca ha resistito ed ha salvaguardato i militari che si trovavano all’interno”, ha assicurato il ministro.
I due bersaglieri coinvolti , in organico all’8° reggimento alpini, sono il caporal maggiore scelto Marco Millocca, 34 anni, di Trapani, e il primo caporal maggiore Vincenzo Fontana, 25, di Villabate (Palermo). Adesso i due sono ricoverati all’ospedale da campo della base italiana di Camp Arena, ad Herat: uno dei due ha riportato delle ferite al volto, l’altro delle contusioni. Lo Stato maggiore della Difesa rende noto che i due “hanno contattato i propri familiari, rassicurandoli sulle proprie condizioni”.
