CATANIA – Lo ha affermato lui stesso, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Se poi questo è agitato, come sembra siano attualmente le acque a Palazzo degli Elefanti, dopo l’adieu dell’assessora Scialfa, l’ostacolo sembra ancora più importante. L’annuncio della ricandidatura di Enzo Bianco, già avanzata qualche tempo fa e ieri ribadita dalle pagine del principale quotidiano cartaceo, potrebbe trovare più di un ostacolo così come, più di un appoggio, volontario o meno. Innanzitutto, c’è il voto delle Politiche, e le alleanze pre e post elettorali nello scenario nazionale, che potrebbero disegnare il quadro all’interno del quale pensare al Bianco quinquies.
Da non sottovalutare affatto sono gli esiti del voto nazionale che potrebbero vedere ridimensionato un Partito democratico all’interno del quale, nonostante non si senta un uomo di partito, l’attuale primo cittadino etneo si muove. Vedendo aumentare il consenso verso la coalizione di centrodestra.
Questo scenario potrebbe rappresentare un cammino in salita per Enzo Bianco che, per quanto abbia sottolineato di godere di un consenso trasversale tra i cittadini, potrebbe trovarsi risucchiato dal vortice della nuova corrente a destra. Un’ipotesi che, senza dubbio, il primo cittadino avrà valutato nell’annunciare la ricandidatura, e per la quale potrebbe avere trovato altre soluzioni.
Come quella di sganciarsi completamente dall’agone nazionale e ripresentarsi nuovo di zecca come il sindaco civico, primo cittadino bipartisan sulla scorta del Patto del Nazareno, come fatto dal collega Orlando a Palermo. Già nel 2013, alleandosi con ex Mpa ed ex esponenti del centrodestra – con tanto di ruolo attivo nella giunta di Raffaele Stancanelli – Bianco ha evitato il ballottaggio. Lo scenario potrebbe ripetersi con utili passaggi dall’uno all’altro schieramento.
Altra ipotesi per garantirsi la rielezione, potrebbe essere quella di stringere un patto di ferro con l’alleato più scomodo, quel Luca Sammartino che, alle elezioni regionali di novembre scorso ha conquistato il record di 32 mila voti. Di cui 8 mila solo nella città di Catania. Un bel gruzzoletto che, all’occasione, potrebbe essere scambiato. Proprio la vicinanza con l’enfant prodige dei democratici siciliani potrebbe garantire la rielezione di Bianco o, almeno, la possibilità di riuscire. I rumors provenienti da sinistra sembrerebbero confermare questa ipotesi, ma la vittoria di Bianco potrebbe essere assicurata da altro. O meglio da altri, e non certo alleati.
Perché, in questo mutevole scenario, vincolato al voto romano ma figlio del risultato delle Regionali dello scorso 5 novembre 2017 per il rinnovo dell’Ars che ha premiato la coalizione di centrodestra e il candidato unitario Nello Musumeci, tra i maggiori alleati di Bianco potrebbe esserci proprio il centrodestra e i candidato scelto per sfidare il sindaco uscente. Se le anime della destra etnea dovessero trovarsi divise sul nome – come accaduto in occasione delle Regionali prima della convergenza su Nello Musumeci – su un volto noto e con un buon seguito elettorale personale e non frutto degli accordi, questo potrebbe avvantaggiare la nascita del Bianco quinquies.
Un’eventualità non tanto remota se, come pare, Salvo Pogliese, l’eurodeputato esponente di Forza Italia – cui si deve, in gran parte, la vittoria di Nello Musumeci alle Regionali – opterà per una poltrona romana e non per quella che inizialmente sembrava preferire, a Palazzo degli Elefanti. Trovare un nome alternativo che possa non solo mettere d’accordo le diverse anime del centrodestra ma anche riuscire a ottenere un voto in più dei concorrenti non sembra impresa facile. A meno che, ma qui restiamo nel campo delle ipotesi, a sfidare Bianco non sia un suo ex alleato. O una ex alleata.
Insomma, la scelta del candidato di centrodestra potrebbe essere il primo ingrediente di una possibile vittoria o sconfitta di Enzo Bianco. Come accadde nel 2000 ma a parti invertite: allora, l’uscente governo cittadino di centrosinistra, guidato proprio da Enzo Bianco, non trovò valide alternative da contrapporre all’astro nascente Scapagnini, medico di Silvio Berlusconi che riuscì a battere il poco conosciuto Mario Libertini. Consacrando Catania a città “azzurra” per i successivi dieci anni.