Domani sera prenderà il via in consiglio comunale l’iter del bilancio di previsione 2011, che dovrà essere approvato entro giovedì. Un termine che potrebbe però slittare, visti i tempi contingentati, mettendo a serio rischio il Festino di Santa Rosalia per il quale sono previsti 600.000 euro. A meno di 20 giorni dalle celebrazioni per la patrona di Palermo, infatti, non c’è ancora uno straccio di programma e se la manovra non dovesse essere esitata a breve potrebbe saltare tutto.
Ma a pesare come un macigno sul bilancio ci sono anche la questioni Amia e Tarsu: i commissari dell’azienda partecipata chiedono un adeguamento del contratto di servizio di circa 20 milioni, pena il fallimento del piano di risanamento, mentre i sei milioni che potrebbero essere liberati dall’aumento del coefficiente della tassa sulla raccolta dei rifiuti, che parte dei consiglieri vorrebbero destinare al sociale, sono stati già calati in bilancio dal Ragioniere generale per la proroga Gesip. L’assessore comunale al Bilancio e alle società partecipate, Giuseppe Genco, spiega che l’amministrazione attiva attende dall’Amia alcuni documenti contabili e ammette che i margini di manovra sono strettissimi ma si dice pronto al confronto con Sala delle Lapidi, a patto però che il bilancio vada in porto in tempi brevi. E annuncia che Cammarata, fra oggi e domani, tornerà a Roma per la Gesip.
Assessore Genco, partiamo dalla richiesta dei commissari dell’Amia di un adeguamento del contratto di servizio di circa 20 milioni. Riuscirete a trovare i soldi?
“I commissari hanno avanzato una richiesta di adeguamento del contratto di servizio, ma dal momento che parliamo di risorse pubbliche l’amministrazione deve avere le idee chiare sulla gestione e sul piano di risanamento dell’azienda. Abbiamo avanzato ai commissari la richiesta di fornirci alcuni documenti che ci consentano di avviare una riflessione in tal senso, ma al momento ci hanno fatto avere solo il programma di risanamento che hanno presentato al ministero, peraltro non ancora definitivo perché il ministero ha chiesto dei chiarimenti. Aspettiamo ancora il bilancio del 2009, già approvato, e quello del 2010 che è in via di definizione: sebbene gli organi societari siano stati sospesi per l’amministrazione straordinaria, compresa l’assemblea dei soci che deve approvare i bilanci, questi sono stati comunque redatti. Una volta che acquisiremo questi documenti, potremo sederci a un tavolo e capire come affrontare la questione”.
E’ possibile che l’adeguamento sia inserito in questo bilancio?
“Mi sembra molto difficile, perché prima dobbiamo valutare i documenti, ma il Consiglio è comunque libero di apportare al bilancio le modifiche che preferisce. Sarebbe meglio però aspettare di conoscere in dettaglio lo stato della società e poi intervenire, eventualmente, con una variazione di bilancio, c’è tempo fino a novembre. I commissari si rendono comunque conto che questa è una manovra tecnica, non abbiamo molti margini di trattativa. Si sono detti disponibili a discutere con noi e questo è importante. Se non dovessimo riuscire a reperire tutti e 20 i milioni ma qualcosa di meno, vorrà dire che tenteremo di capire come raggiungere l’obiettivo del risanamento anche con cifre minori”.
Passiamo al Festino: è davvero in pericolo?
“Se non si approverà il bilancio in tempo utile, il Festino sarà inevitabilmente a rischio”.
Domani Sala delle Lapidi comincerà a discutere del bilancio. Che atteggiamento si aspetta dall’Aula?
“In occasione dell’ultima seduta ho percepito un clima diverso, di maggiore collaborazione fra le parti. Abbiamo sempre detto di essere pronti a discutere con tutti, ma è inutile nasconderselo: i numeri non ci aiutano. Se, però, da un confronto con i consiglieri dovesse risultare possibile apportare dei correttivi e dei miglioramenti alla manovra, siamo assolutamente disponibili ad agire di conseguenza. Si deve però fare il maggior sforzo possibile per approvare il tutto in tempi brevi”.
Ci sono novità dal fronte Gesip?
“Oggi o domani il sindaco Diego Cammarata andrà a Roma. Il tavolo interministeriale la scorsa settimana ci ha chiesto qualche giorno in più per elaborare il piano, speriamo sia pronto in questi giorni così da sottoporlo ai sindacati a alle forze politiche”.
Entro fine mese, il Consiglio dovrà anche approvare l’aumento del coefficiente Tarsu per liberare sei milioni in bilancio. Qualcuno vorrebbe usarli per il sociale, ma sarà possibile?
“Nella proposta di bilancio esitata della giunta, si tiene conto del fatto che il coefficiente sia pari a 1 per coprire la proroga alla Gesip: per questo è importante approvare la delibera. Se il consiglio volesse destinare i soldi al sociale potrebbe farlo, ma si dovrebbero reperire da qualche altra parte i fondi per la proroga, anche se è oggettivamente difficile. Noi avevamo proposto di approvare prima il rendiconto del 2010 per destinare al sociale gli avanzi di bilancio, ma non lo si è fatto e ormai è tardi. Questo non toglie che toccherà al consiglio l’ultima decisione”.
I revisori dei conti hanno avanzato più di un dubbio sulla proposta di bilancio della giunta. Hanno ragione?
“Per quanto riguarda i debiti fuori bilancio, va sottolineato che i revisori hanno evidenziato che c’è stata una riduzione del fenomeno rispetto al passato. Detto questo, adesso vedremo cosa potrà fare l’amministrazione attiva in tal senso. Per quanto riguarda il Piano triennale relativo alle spese di funzionamento dell’ente e il Programma relativo agli incarichi esterni, il primo è stato approvato e il 20 giugno sono scaduti i 60 giorni richiesti per legge per la presentazione da parte dei cittadini di eventuali correttivi, mentre il secondo è stato già emanato dall’amministrazione attiva: adesso toccherà al consiglio. Passando alle partecipate, le entrate previste dalla vendita delle quote della società (25 milioni l’anno per un triennio, ndr) non hanno grande rilevanza sul bilancio dal punto di vista delle spese correnti perché, a fronte dell’entrata, era prevista un’uscita in conto capitale, quindi in investimenti. il direttore generale ha incontrato i sindacati ma, alla luce dei referendum, dobbiamo aspettare di capire quali saranno i riflessi sulla normativa che impone la vendita del 40% delle società entro il 2011”.