Le 'votazioni' di Cosa nostra - FOTO | Blitz a Palermo, 27 arresti - VIDEO - Live Sicilia

Le ‘votazioni’ di Cosa nostra – FOTO | Blitz a Palermo, 27 arresti – VIDEO

Colpito il mandamento di Santa Maria Gesù: nuovi capi eletti per alzata di mano. FOTO NOMI VIDEO

PALERMO – Pizzo – stavolta i commercianti non hanno collaborato – droga e scommesse clandestine. Così il mandamento di Santa Maria di Gesù ha provato a rialzare la testa dopo gli arresti del 2015. Un nuovo blitz blocca la macchina di Cosa nostra (leggi i nomi degli arrestati) nel potente mandamento mafioso palermitano (CLICCA QUI PER GUARDARE IL VIDEO). Sono ventisette le persone arrestate dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Palermo su richiesta della Procura della Repubblica guidata da Francesco Lo Voi.

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A cominciare da Gaetano Messina che viene indicato come il nuovo reggente voluto dai vecchi capi e probabilmente scelto già prima del blitz del 2015. Due anni fa finirono in carcere Salvatore Profeta, il consigliori anziano del mandamento che, secondo i pm, sarebbe stato retto da Giuseppe Greco. E poi, il sottocapo Natale Gambino e il capo decina. Francesco Pedalino. Perché a Santa Maria avevano deciso di fare le cose per bene rispettando la tradizione. Il successore sarebbe stato scelto nel corso di una votazione per alzata di mano. Come ai vecchi tempi, quando per acclamazione veniva nominato sempre Stefano Bontade.

Una mattina arrivarono alla spicciolata in una sala da barba della Guadagna. Si diedero appuntamento per scegliere chi candidare al vertice del mandamento Cosa nostra. “… minchia riunione di Santa Maria…”, diceva soddisfatto Profeta. Era davvero un’occasione speciale, come sottolineava Gambino: “…vedi che ha dagli anni novanta che non c’è una riunione di cinque persone qua ah… Santa Maria ogni tanto si sveglia…”. “… che piacere avere u zu Pinuzzu”, aggiungeva Pedalino all’arrivo di Greco. 

Poi, si parlò dei ruoli da assegnare. “Io incarichi non ne voglio… io voglio essere solo diretto con te… e… no… sottocapo…”, diceva Gambino a Greco. Stessa cosa Profeta: “… a me che devi fare… che sono rimbambito…”, e giù risate. Era la riunione propedeutica alle successive votazioni. Profeta ricordava che “all’epoca (negli anni Settanta ndr) si facevano mi pare… ogni cinque anni… ma sempre Stefano Bontade acchianava… all’epoca cento… centoventi eravamo…”. Oggi invece “se li sommi quanto siamo? Neanche a venti arriviamo”.

La campagna elettorale entrava nel vivo: “… io a te voto… io a te voto… io aperto lo do”; “… gliela faccio la campagna a lui… a Pino… certo!… è come le votazioni”. Il voto sarebbe avvenuto per alzata di mano. “… ci ammazziamo come i cani… ma perché non la possiamo fare ad alzata … ad alzata di mano”, disse Profeta. Bisognava riorganizzare tutto il territorio: “…ma pure là sopra a Villagrazia (il mandamento di Santa Maria di Gesù è composto dalla omonima famiglia e da quelle di Villagrazia e della Guadagna ndr) c’è la necessità… ru riggienti…”.

Lo spaccato che emerge dalle indagini dei carabinieri del Reparto operativo speciale è quello di sempre. Pizzo imposto a tappeto a titolari di attività commerciali e traffico di droga, che ormai è la principale fonte di sostentamento del clan. Un clan dove si fatica a tenere a bada le nuove generazioni. I picciotti sanno essere violenti. Lo dimostra l’inferno che fecero esplodere due anni fa in un locale.

A Santa Maria di Gesù si sono verificati due tra gli episodi di sangue degli ultimi anni. L’omicidio di Mirko Sciacchitano, un giovane crivellato di colpi davanti a un’agenzia di scommesse. E un anno prima, nel 2013, l’eliminazione del capo mandamento Giuseppe Calascibetta. Un delitto pesante che ha ridisegnato gli equilibri a Santa Maria di Gesù e che resta ancora irrisolto. Nessuna reazione: l’eliminazione di Calascibetta era stata decisa dal vertice.

 


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