21 Luglio 2020, 10:27
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ENNA – Maxi operazione tra Catania e Enna dei carabinieri: siono state eseguite 11 misure di custodia cautelare, delle quali 8 in carcere.
La DDA di Caltanissetta, dopo l’operazione Ultra contro il clan di Barrafranca, in cui furono arrestate 46 persone, svelando “la ripresa degli interessi della mafia verso il traffico e lo spaccio di stupefacenti”, ha colpito uno degli affari più redditizi dei gruppi malavitosi: il traffico di droga
Al termine delle indagini sono stati emessi 8 provvedimenti di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di:
Carmelo Scilio, nato a Catania il 19.07.1974, Gaetano Coppola, nato a Catania il 02.09.1967, Mario Russo, alias “TURAZZO”, nato a Catania il 07.03.1972, Michele Mannuccia, nato a Catania l’08.12.1984, Andrea Tropea, nato ad Acireale il 21.06.1988, Antonino Angelo Greci, nato a Catania il 20.05.1971, Giovanni Sentina, nato a Catania il 13.01.1980, Antonino Sentina, nato a Catania il 20.06.1983
Sono stati eseguiti anche tre provvedimenti di applicazione della misura della custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di: Salvatore Centonze, nato a Piazza Armerina (EN) il 04.05.1998. Maria Barbara Gangemi, nata a Catania il 04.12.1977, Anna Scornavacca, nata a Catania l’01.09.1972.
I carabinieri di Piazza Armerina hanno identificato “soggetti catanesi – scrivono gli inquirenti – affiliati o contigui ai Clan mafiosi “Cappello” e “Cursoti-Milanesi” che, a seguito di preventivi contatti con gli esponenti di vertice della famiglia mafiosa di Barrafranca, avevano poi intrapreso rapporti di tipo “operativo”, finalizzati al rifornimento di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, con chi materialmente gestiva una delle piazze di spaccio nel comune Barrese”.
I carabinieri hanno monitorato il percorso dei carichi di droga, accertando che “diversi canali di rifornimento dello stupefacente venivano gestiti in modo parallelo, contemporaneo e con una certa intercambiabilità, acclarando, pertanto, come i due gruppi di fornitori catanesi operassero, nel settore dello stupefacente, all’unisono e nel medesimo ambito cronologico e territoriale”.
Dalle indagini emerge “l’importanza strategica della “piazza di spaccio” di Barrafranca che attirava consumatori anche al di fuori della Provincia di Enna. Tale dato di fatto è riscontrato, oltre che dalla caratura criminale dei soggetti catanesi coinvolti nel traffico illecito, anche dalla circostanza che costoro provvedevano a consegnare “a domicilio la merce” in Barrafranca presso l’abitazione dello Strazzanti ed a riscuoterne, con le medesime modalità, i pagamenti”.
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21 Luglio 2020, 10:27
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