CATANIA – La prima sezione della Corte d’Assise d’Appello di Catania ha condannato Salvatore Chisari a sei anni di reclusione per duplice tentato omicidio e porto illegale di arma da fuoco.
La sentenza riforma la decisione dei giudici di primo grado, emessa col rito abbreviato il 10 luglio 2023, con cui era stato assolto per non avere commesso il fatto e che era stata appellata dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dal sostituto Alessandro Sorrentino.
Il processo Centauri
Al centro del procedimento il processo scaturito dall’inchiesta Centauri della Dda di Catania nell’ambito di indagini dei Carabinieri sul conflitto a fuoco avvenuto in viale Grimaldi, a Librino, l’8 agosto del 2020, tra esponenti del clan Cappello-Bonaccorsi e della cosca dei Cursoti Milanesi.
In quell’occasione morirono due persone e ne furono ferite diverse altre. Secondo l’accusa, Chisari avrebbe fatto parte del gruppo che ha ferito due persone. Di diverso avviso era, invece, il collegio giudicante di primo grado.
La sentenza di primo grado
Secondo la sentenza adesso ribaltata in Appello, infatti, Chisari non avrebbe partecipato “materialmente alla spedizione punitiva organizzata dal clan Cappello ai danni dei Cursoti milanesi”. L’uomo, infatti, “con la scusa di dover recuperare il casco”, avrebbe lasciato “il gruppo che poi si metteva in moto senza di lui”.
Fatti, questi, che hanno condotto il collegio d’Assise a escludere il coinvolgimento reale dell’uomo. Perché, si legge ancora nella decisione di primo grado, “se nella condotta del Chisari si vuole ritenere sussistente un contributo, questo è stato certamente inutile per la realizzazione del reato”.
L’opposizione della procura
Una decisione osteggiata da subito dalla pubblica accusa. Per i pm Fonzo e Sorrentino, infatti, “l’imputato aveva partecipato ad una prima fase preparatoria in cui si era già formata, con la sua piena adesione, la determinazione di aggredire con violenza il gruppo dei Cursoti Milanesi”.
Una tesi che i magistrati ritengono essere confermata dalle parole dello stesso imputato, durante un interrogatorio. “Saremmo andati numerosi «per scassarli»”, aveva raccontato Salvatore Chisari, sentito dagli inquirenti il 20 agosto 2020.
La partecipazione al “momento ideativo” del raid punitivo a Librino è, secondo la procura di Catania, sufficiente per una condanna. Una tesi accolta stamattina dalla Corte d’Assise d’Appello la quale, come detto, ha annullato l’assoluzione e stabilito una pena di sei anni.