BOLOGNA – Sarebbe Gianni De Gennaro la fonte dello scoop con cui il 21 marzo 1994 il giornalista Peppe D’Avanzo rivelò il verbale reso alla pm Ilda Boccassini dal collaboratore di giustizia Salvatore Cancemi il 18 febbraio 1994 negli uffici del Ros di Roma, sul fatto che un emissario di Silvio Berlusconi, sia prima sia dopo le stragi di Falcone e Borsellino nel 1992, scendesse periodicamente dal Nord per consegnare al boss Pierino Di Napoli una delle rate dei 200 milioni di lire l’anno pattuiti tramite Marcello Dell’Utri.
Lo ha detto, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, la stessa ex pm Boccassini, spiegando in un’interrogatorio alla Procura di Firenze del 10 giugno 2024 di aver saputo dallo stesso giornalista: “Sì, non avendo altre alternative farò quel nome. Fu un dialogo brevissimo dove, dopo varie insistenze che io nel corso degli anni avevo già fatto al giornalista Peppe D’Avanzo, lui, proprio nel momento in cui stava per andare via da casa mia, mi disse… Fece un nome secco… ehm… del prefetto Gianni De Gennaro”.
Lei non gli chiese di più: “No, rimasi un po’ stordita da questo nome… Dopodiché, chi poteva immaginare che dopo pochi giorni una persona di 50 anni morisse durante una corsa in bicicletta? L’unico dato è che… sì, fu fatto quel nome, così, senza ghirigori, senza aggiunte, senza niente”. L’elemento si somma a un’intercettazione ambientale, fatta tramite un captatore informatico inoculato nel 2022 dalla Procura di Caltanissetta sul cellulare di Boccassini, in cui l’ex pm conversando con un altro giornalista in pensione si cita un “Deg…” prima di interromperersi De Gennaro, all’epoca direttore della Dia-Direzione investigativa antimafia è stato capo della Polizia, direttore del Dis-Dipartimento e sottosegretario del governo con delega ai servizi segreti, presidente di Finmeccanica e da luglio 2023 del consorzio Eurolink (gruppo Webuild) per il ponte di Messina.
Al pm Testaroli, che lo ha convocato come teste, De Gennaro ha negato di essere l’origine della fuga di notizie ma nel contemporaneo non mette in dubbio quanto affermato da Boccassini e quanto confidatole da D’Avanzo. L’ipotesi prospettata dal prefetto alla Procura di Firenze è che nel 1994 D’Avanzo fosse stato indotto in errore da chi, a conoscenza nella Dia di una delega di indagini su Cancemi, che come destinatario non aveva direttamente De Gennaro ma appunto gli uffici della Dia, avrebbe veicolato il segreto facendo falsamente intendere di farlo col placet di De Gennaro.

