CATANIA – Ha appreso con non poco stupore la triste storia di degrado che precede l’opera di ristrutturazione e riqualificazione del palazzo di Torre Leone di Librino, meglio conosciuto come palazzo di cemento. La presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini ha fatto tappa quest’oggi nell’edifico simbolo dell’illegalità del popolare quartiere della citta satellite, nell’ambito del ‘tour’ delle periferie del Sud. Al viale Moncada è arrivata accompagnata dal sindaco della città di Catania Enzo Bianco che ha spiegato alla presidente alcune delle delicate vicende legate all’edificio. Ad illustrarle il progetto, una volta entrati all’interno, fra le mura del palazzone, c’era anche Sabina Zappalà, l’architetto che ha in mano la direzione dei lavori.
“Sono molto felice che lo Stato – ha detto la Boldrini – attraverso l’amministrazione comunale, abbia vinto la sfida in corso in questo edificio. Abbiamo affermato la legalità. Inoltre l’azione di recupero del palazzo darà respiro al quartiere, perché ci saranno abitazione e luoghi di aggregazione. È davvero apprezzabile lo sforzo che è stato fatto per liberare questo palazzo da chi credeva di essere signore indiscusso di questi luoghi. Non esistono signori indiscussi, ma lo Stato. L’importante è che ci sia sinergia tra le amministrazioni locali e quelle centrali e la gente del luogo. La criminalità va a svantaggio di tutti. Mi auguro di tornare presto per l’inaugurazione – promette la Boldrini”.
La presidente si è, inoltre, soffermata sulle ragioni che l’hanno indotta a compiere un viaggio nelle zone ‘dimenticate’ delle grandi città. “Da un anno e mezzo – ha spiegato – ho intrapreso questo viaggio che mi ha portato a visitare le più grandi periferie della città. E’ vero più al sud che al nord, perché è al sud che ci sono maggiori problemi rispetto al nord. E perché purtroppo – ha detto – la diseguaglianza nel nostro paese ha il volto del sud. Non è pensabile che il nostro paese possa rialzarsi senza il Sud. Il mio sforzo, dunque, è quello di cercare di dare al Meridione la centralità che merita, valorizzando inoltre l’operato dei cittadini che si organizzano in comitati, associazioni e laboratori e delle amministrazioni che ci mettono la faccia spendendosi”. E aggiunge: “Le istituzioni hanno il dovere di stare nei territori difficili uscendo dai palazzi. Solo se c’è sinergia noi siamo in grado di fare buone leggi” – ha concluso.
Come è noto, il progetto di riqualificazione del palazzo, lo sgombero in particolare, affonda le sue radici nelle precedenti amministrazioni comunali della città. L’opera di ristrutturazione è stata poi proseguita dall’attività amministrativa targata Enzo Bianco tramite la pubblicazione del bando pubblico per l’affidamento dell’esecuzione dei lavori, appena iniziati. Ma la situazione è tutt’altro che facile nel delicato quartiere rimasto ricettacolo di spacciatori e malviventi, come ci raccontano i titolari della ditta aggiudicataria dell’appalto, anche loro presenti quest’oggi durante la visita istituzionale della Boldrini. “Impressionante il degrado – ci racconta uno dei titolari – che abbiamo trovato nel palazzo. E ancora oggi registriamo qualche tentativo d’ingresso. A tale scopo lavoriamo quotidianamente affiancanti dai vigilanti e dalla sicurezza”. Il nuovo edificio prevedrà oltre novanta nuovi alloggi.
Poco prima di arrivare al palazzo di cemento, la presidente Boldrini ha, inoltre, incontrato la squadra di rugby de ‘I Briganti di Librino’ al Campo San Teodoro e visitato la struttura dell’associazione. Dopo è toccato alla sede dell’istituto comprensivo ‘Fontanarossa’, per un incontro con tutte le associazioni del quartiere, studenti, insegnanti e cittadini.
Ma la giornata etnea della presidente Boldrini non è finita qui. La visita istituzionale ha infatti riservato un piccolo fuori programma con una tappa in un’altra periferia di Catania, San Berillo. Raggiunta la piazza Goliarda Sapienza la Boldrini, accompagnata ancora dal sindaco, si è intrattenuta per un aperitivo. Dopo il pranzo in un ristorante di San Giovanni Li Cuti.