Bonaccorsi replica al Pd: | “Più vicini loro a D’Agostino” - Live Sicilia

Bonaccorsi replica al Pd: | “Più vicini loro a D’Agostino”

Il primo cittadino giarrese si dice esterrefatto delle polemiche nate dopo la nomina in giunta di Benenati: “Il criterio del certificato di residenza è astruso”.

GIARRE. Le nuove accuse rivolte dal segretario dei democratici giarresi, Dario Li Mura, dopo la nomina in giunta del dagostiniano Giacomo Benenati, sono per il sindaco Roberto Bonaccorsi l’ennesima prova di mancanza di contenuti seri. “Come si fa a teorizzare il criterio che per fare l’assessore devi essere indigeno, nativo di quel luogo – dichiara il primo cittadino – Soprattutto se la critica viene dal partito che ha come sindaco a Roma un acese, assessore a Roma uno di Fiumefreddo di Sicilia, assessore regionale all’Economia uno inviato da Roma. Io ho fatto l’assessore a Catania, nessuno mi ha posto il problema. A Catania in questo momento c’è assessore un altro giarrese, Luigi Bosco, ma nessuno gli ha posto il problema. Mi sembra un livello veramente basso – prosegue Bonaccorsi – Discutiamo di merito, valutiamo se sarà capace di fare l’assessore, se sarà bravo o no. Il criterio del certificato di residenza mi sembra davvero astruso. Franceschini, che appartiene al Pd, è stato criticato perché ha nominato 7 direttori di musei stranieri. Come si fa adesso a teorizzare questo? Parliamo di cose serie”.

Ma a far sorridere il sindaco sono anche le accuse di “vicinanza” al deputato Nicola D’Agostino e al senatore Pino Firrarello. “Ritengo che il Pd sia più vicino a D’Agostino e Firrarello di quanto lo sia io – dice sorridendo Bonaccorsi – Governano insieme a Roma, se non sbaglio, e ritengo che a giorni governeranno insieme anche a Palermo. D’Agostino, se non transita, farà comunque parte del circuito satellite. Lo ripeto. Parliamo di cose serie, della qualità del soggetto. Se sarà un buon assessore lo vedremo tra qualche mese. Se non dovesse esserlo, lo criticheremo. Ma i giudizi – dice ancora il primo cittadino – si esprimono in questo modo, non in base al luogo in cui si è nati. Tutto ciò fa parte della critica a prescindere, come direbbe Totò”.

Bonaccorsi invita il partito democratico a fare un po’ di autocritica nella vicenda che ha portato alla chiusura del nosocomio giarrese, imputata al deputato Nicola D’Agostino. “Parliamo di un partito che ha la responsabilità diretta della gestione della sanità in questo governo – spiega il primo cittadino – La responsabilità, diretta o indiretta, di una parte del governo precedente, il governo Lombardo. L’assessore che si è dimesso era il direttore generale che firmava quegli atti, non ce lo dimentichiamo. E quindi c’è una responsabilità collettiva rispetto a questi processi. Non la puoi imputare a chi legittimamente faceva gli interessi della propria città. Gli hanno fatto fare quegli interessi perché qualcuno a Palermo gli legittimava queste cose. Erano quelli del pd”.

Lasciando le polemiche dei democratici, la situazione politica resta incerta. Gli equilibri interni alla coalizione che sostiene Bonaccorsi restano fragili. Le fibrillazioni più evidenti sono all’interno del Nuovo Centrodestra, il principale alleato. Le dimissioni dell’assessore di riferimento dell’Ncd, Giovanni Finocchiaro, che da tempo non nasconde la volontà di allontanarsi, potrebbero far implodere il partito.

“L’assessore Finocchiaro in alcuni momenti – risponde diplomaticamente Bonaccorsi – ma per motivi strettamente professionali, ha chiesto di essere un po’ sgravato. Ha limitato poi la propria attività in giunta solo ai servizi sociali. Ogni tanto, quando il proprio lavoro lo costringe a fare turni di notte e subentra quindi la stanchezza, ha manifestato l’intenzione di lasciare”.

E alla domanda se le dimissioni di Finocchiaro rischino di far saltare gli equilibri nell’Ncd risponde: “Mi auguro che si sacrifichi fino all’ultimo giorno della mia consiliatura. Credo che Giovanni abbia l’esperienza, l’avvedutezza ed il buon senso per capire quanto sia importante sotto tutti i punti di vista”. A buon intenditore poche parole.


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