Borsellino, Petralia non ci sta| "Macelleria mediatica e fango" - Live Sicilia

Borsellino, Petralia non ci sta| “Macelleria mediatica e fango”

Carmelo Petralia

Commenti

    Certo che viene molto da pensare.

    Mi compiaccio che il Dott. Petralia abbia parlato di “macelleria mediatica” e soprattutto che abbia compreso sulla sua pelle e della sua famiglia cosa significa. Perche’ e’ cio’ che sempre piu’ spesso loro stessi provocano dando notizia di indagini verso privati cittadini – ancora peggio se persone in vista -, che prima ancora di essere giudicati vengono irreversibilmente condannati. E poi la legge non è uguale per tutti? allora anche le regole del gioco!

    GLI ITALIANI, RIGUARDO AGLI INQUIRENTI, HANNO IL DIRITTO DI SAPERE :
    1) CHI E’ STATO SUPERFICIALE;
    2) CHI E’ STATO INCAPACE;
    3) CHI E’ STATO DEPISTATORE CONSAPEVOLE E PERCHE’

    Sono pienamente d’accordo con quanto detto e non solo per aver sentito finalmente le parole giuste: “macelleria mediatica” e aggiungerei, dopo tutti questi anni anche “stalking mediatico” che addolora sia i familiari che già per chi non lo sapesse hanno dovuto vivere anni di sacrifici (essendo un lavoro delicato e per forza di cose non può essere vissuto con la normalità che ogni Figlio, moglie, amico ecc desidererebbe) Cosa ancora più grave dato che si parla di “chiarezza” “giustizia” non comprendo nemmeno io come di tanti solo due persone? Credo che per chi invece era a Palermo e chi ha continuato a credere veramente in quello che una persona stupenda come Paolo Borsellino ha fatto per tutti noi oggi assistere a tutto questo sia un po’ spiazzante e chi è a casa non può scordare i veri responsabili di questo orrore (le stragi, i morti, le famiglie distrutte) facendo passare notizie dove si finirà per avere una società che non crederà più nelle istituzioni scordando i veri responsabili di tutto l’orrore che abbiamo vissuto dove persone come il Dott. Petralia e tanti altri hanno anch’essi rischiato la vita e sacrificato la vita per un futuro migliore.

    il dato di fatto e’ che i martiri caduti non sono piu’ con noi e le loro famiglie, siamo piu’ poveri, piu’ soli, vittime di una battuta di arresto della vita civile e democratica del Paese
    i cui effetti devastanti sono sotto gli occhi di tutti.
    Lo Stato non ha voluto, saputo, potuto tutelare i Servitori dello Stato che con la loro intelligenza, acume, spessore etico e morale concorrono purtroppo da martiri e non da persone presenti con la loro esistenza bella, libera, esemplare, ad elevare la qualita’ della vita civile e democratica del Paese.
    E’ un vuoto incolmabile e doloroso che solo i giovani con la loro forza il loro entusiasmo possono affievolire mantenendone viva la memoria.

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