"No all'ipotesi commissariamento"| Ardizzone: "Ci diano i nostri soldi" - Live Sicilia

“No all’ipotesi commissariamento”| Ardizzone: “Ci diano i nostri soldi”

Il ministro, in Sicilia per degli incontri organizzati dal Pd, replica al presidente dell'Ars in merito al commissariamento da parte del Governo della Sicilia: "L'Isola sta mantenendo i suoi impegni e sicuramente il nostro interesse è di consentirle di rimettere a posto i conti e garantire i servizi ai cittadini". Crocetta: "Dibattito inesistente".

il ministro boschi
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PALERMO – “Bastava ascoltare con attenzione quello che ho detto. Mi è stata fatta una domanda precisa ed io ho risposto che non c’è alcuna ipotesi di commissariamento della Sicilia”. Maria Elena Boschi, ministro delle Riforme Istituzionali, parlando con i giornalisti a margine di un convegno del Pd a Modica (Ragusa) replica al presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, che l’aveva accusata di non conoscere la Costituzione.

“Io ho solo detto – ha aggiunto il ministro – che con la Sicilia abbiamo raggiunto un accordo Stato-Regione molto complicato. La Sicilia sta mantenendo i suoi impegni e sicuramente il nostro interesse è di consentirle di rimettere a posto i conti e garantire i servizi ai cittadini”.

Queste le parole del ministro nell’incontro ad Aci Castello: “Mi auguro, ovviamente per la Sicilia e i cittadini siciliani, che non si debba arrivare ad un commissariamento della Regione, ma che si riesca a rispettare il piano di rientro, gli accordi presi”.

“Da parte del governo – ha aggiunto il ministro – credo che ci sia stata un’attenzione particolare anche per cercare di far fronte a delle situazioni particolarmente delicate, delle crisi occupazionali e situazioni di precariato, rispetto alle quali siamo intervenuti con delle risorse aggiuntive specifiche”.

“Ovviamente – ha sottolineato Maria Elena Boschi – ci deve essere però un impegno in primis della Sicilia per la Sicilia. Noi di recente abbiamo già concluso un accordo con la Regione che, ovviamente, prevede anche un suo impegno, com’è giusto che sia, ma io credo che ci sia stato in questo anno un rapporto di leale collaborazione istituzionale anche per cercare di colmare alcuni ritardi che c’erano stati”. “L’interesse principale da entrambe le parti – ha concluso il ministro – è stato quello di garantire servizi efficienti ai cittadini, metterli nelle condizioni di avere gli stessi diritti che hanno gli altri cittadini nel resto d’Italia, ovviamente stando attenti ai conti”.

Le parole del ministro Boschi suscitano dunque una reazione molto dura del presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone: “Non è tanto grave che un ministro della Repubblica italiana sconosca lo Statuto siciliano, è invece gravissimo che ignori la Costituzione e soprattutto la sentenza 219/2013 della suprema Corte con la quale è stata esclusa, qualsiasi possibilità di commissariamento, per dissesto finanziario, delle Regioni ordinarie e speciali”.

“Inviterei il ministro – continua Ardizzone – a trascorrere qualche week end in Piemonte dove, come certificato dalla Corte dei Conti, l’indebitamento della Regione rispetto al bilancio è del 35%, o nel Lazio dove la percentuale raggiunge addirittura il 59%. Per la Sicilia, piuttosto, si attivi per far restituire tutte le risorse che in questi anni, unilateralmente e in violazione della Costituzione, lo Stato ha sottratto alla nostra Isola”.

Il presidente dell’Ars rincara infine la dose: “Il ministro si adoperi piuttosto per fare restituire alla Sicilia le somme che lo Stato le ha sottratto, in ultimo i 250 milioni del centro meccanografico spostato dalla Sicilia a Latina”.

LE REAZIONI

“Qualsiasi dibattito sul commissariamento della Regione è inesistente. È inutile pertanto che qualcuno coltivi questa pia speranza illusoria”. Lo dice all’ANSA il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta. Il governatore sottolinea che “la legge Monti del 2013 che prevedeva il commissariamento delle Regioni è stata dichiarata incostituzionale con riferimento proprio a quelle a statuto speciale”. “Il commissariamento pertanto non può avvenire né per via amministrativa né per legge ordinaria ma soltanto con una modifica della Costituzione – aggiunge Crocetta – E la Costituzione al momento prevede il commissariamento della Sicilia solo in caso di grave violazione dello Statuto autonomo, insomma per alto tradimento e comportamenti eversivi”. “È inutile quindi accanirsi – conclude – in un dibattito che non esiste”.

“Stiamo avviando un processo di riforme importanti sia sa parte del Governo nazionale, sia da parte del governo regionale”. Lo ha detto il governatore Rosario Crocetta che ad Aci Castello ha incontrato il ministro Boschi.

“Ho voluto rassicurare il ministro – ha aggiunto – sulla questione della riforma delle Province, che non esistono più e quindi il tema è come farle funzionare. Alcuni vorrebbero farcele costare di più invece noi vogliamo delle Province che agiscono come coordinamento, cioè i consorzi e le città metropolitane che hanno funzione di coordinamento, che costano di meno, riducono la spesa e aumentano l’efficienza. Per quanto riguarda le altre questioni – ha concluso Crocetta – ho voluto ringraziare per l’attenzione sulla nostra finanziaria da parte del presidente del Consiglio Renzi”.

“La visita odierna del ministro Boschi è stata l’occasione per la corrente renziana di notificare a Crocetta e company l’intenzione di commissariare la Sicilia. La lotta intestina del Partito democratico si fa sempre più evidente e, soprattutto, agguerrita. Purtroppo a pagarne le conseguenze sono i siciliani che devono subire le nefaste conseguenze di uno squallido gioco di potere che non appartiene a chi ogni giorno deve fare i conti con una situazione di dramma. Questo PD, oramai, ha buttato giù la maschera, non solo dimostra incapacità, ma anche cinismo e cattiveria”, così l’on. Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars.

“Il governo regionale faccia la sua parte che quello nazionale farà la sua. La ministro Maria Elena Boschi non ha annunciato alcun commissariamento in Sicilia, ma ha sostenuto l’importanza della continuità sul piano del risanamento e del mantenimento degli impegni. Poi se qualcuno cerca notorietà ha sbagliato maldestramente indirizzo”. Lo precisa il parlamentare del Pd Giovanni Burtone che ha organizzato l’incontro ad Aci CAstello al quale ha partecipato il ministro per le Riforme istituzionali.

Questa la nota del Comitato Nazionale Pro Province attraverso le parole del presidente Salvatore Giuseppe Sangiorgi,: “In merito alla riforma delle Province risultano scandalose ed incomprensibili le dichiarazioni rilasciate dal Presidente Crocetta che sui mezzi di comunicazione ha affermato che’ le Province in Italia sono state abolite’. Tale affermazione è falsa e tendenziosa, almeno che il Presidente della Regione Sicilia, cioè il massimo riferimento della politica regionale abbia parlato in buona fede non conoscendo bene l’argomento.

“Ricordiamo al Presidente Crocetta che il Governo Renzi ha abolito l’elezione diretta del presidente e dei consiglieri, un’operazione fatta in violazione dei principi costituzionali e della carta europea delle autonomie locali. Il Governo ha proposto l’abolizione della Province nella riforma cosiddetta costituzionale, che attualmente sta seguendo un incerto iter parlamentare. Ricordiamo ancora, che tale modifiche se approvate e non approvate con i due terzi del Parlamento, verranno sottoposte a referendum confermativo ed eventualmente sarà il popolo italiano a stabilire se le Province saranno abolite; solo a quel punto all’indomani dell’esito referendario, il Presidente Crocetta potrà imporci il suo principio assolutistico, riconducibile ad una specifica cultura politica. L’evidente scarsa preparazione e l’approccio approssimativo sull’argomento da parte del Presidente Crocetta, non può che aggiungere caos a caos e preoccupare ulteriormente cittadini e dipendenti”.


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