PALERMO – Lo hanno mandato ai domiciliari due giorni fa. Non può uscire, però. Non ancora, visto che è in lista d’attesa. La lista d’attesa dei braccialetti elettronici. Che sono andati esauriti. Rosario Li Vigni è costretto a restare nella cella dell’Ucciardone dove è rinchiuso dal 23 giugno scorso. Resta in carcere nonostante il giudice per le indagini preliminari gli abbia concesso una misura meno afflittiva. E così per il suo legale, l’avvocato Enrico Tignini, il lavoro è doppio. Dopo avere ottenuto la scarcerazione, gli tocca pure occuparsi della lista d’attesa. E presenterà una nuova istanza al Gip.
Li Vigni, 43 anni, è uno dei 91 arrestati del blitz antimafia Apocalisse. In realtà, la sua vicenda processuale nulla ha che fare con Cosa nostra. È indagato per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Le intercettazioni lo inquadrerebbero fra i più attivi del settore: “Ma dimmi una cosa c’è erba, ti interessa? Erba naturale. Tu lo vuoi, tu lo vuoi il fumo? A che ora ci vediamo?”. Davanti al giudice per le indagini preliminari Luigi Petrucci, Li Vigni ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispendere. Qualche giorno dopo lo stesso Gip ha stabilito che per garantire le esigenze cautelari è sufficiente la detenzione domiciliare con il controllo a distanza tramite il braccialetto applicato alla caviglia.
Solo che i braccialetti, a quanto si apprende, sono finiti. Indiscrezioni vogliono che Li Vigni sia il secondo siciliano in lista d’attesa. Difficile quantificare quanto tempo dovrà trascorrere ancora all’Ucciardone. La penuria di braccialetti ha, infatti, portata nazionale. La Telecom, che ha firmato una convenzione con il ministero, ne ha messi a disposizione 2000 in tutta Italia, pagati a suon di milioni. Sono stati tutti applicati e si deve attendere che se ne libero uno.
Insomma, bisogna prenotare la cavigliera antistrappo, impermeabile e resistente al fuoco per controllare a distanza i detenuti. Un sistema che ha fatto molto discutere, soprattutto per i costi. Il governo Renzi, però, è tornato a considerarlo efficace per contrastare il sovraffollamento delle carceri. Si parla di comprarne altri. Nel frattempo Rosario Li Vigni, e chissà quanti come lui, aspettano.
Buono.
Mizzica…considerato quanta spesa si fotterà in carcere, conviene davvero mandarlo ai domiciliari!!!
E allora….. dove sta’ la notizia….dobbiamo forse provare commiserazione?
Ce ne faremo una ragione
Megghiu accussì
mi dispiace, in uno stato civile dovrebbero risarcire il danno subito da questo pover’uomo……..
Io non capisco visto che il magistrato ha concesso i domiciliari quindi non lo ritiene pericolo per la società i giustizzialisti e moralisti del giorno come mai commentano in questa maniera ?
Allora il magistrato ha sbagliato no non sia mai loro non sbagliano e allora ?
Mah strano
Ma poi in vece di scrivere frasi inutili perché non criticare le scelte del governo auto votato ??
Perché spendere milioni di euro per dei braccialetti invece di fare opere come quello di ampliare ristrutturare e aumentare gli agenti di polizia penitenziaria. ??
No per carità agli italiani non piace vivere in un paese civile no piace dirlo ma non operare come giusto che sia …..!
Ultimamente al sulky lo abbiamo visto un po’ appesantito…..sara’ per questo che non portava un cavallo al palo?