Braccio di ferro sull'Amia | che rischia il fallimento - Live Sicilia

Braccio di ferro sull’Amia | che rischia il fallimento

Le spine del bilancio
di
3 min di lettura

L’iter del bilancio in consiglio comunale comincia nel peggiore dei modi: la seduta di ieri sera, che avrebbe dovuto approvare i documenti propedeutici, è infatti andata deserta (presenti 22 consiglieri sui 26 necessari) e l’appuntamento adesso è per stasera quando a Sala delle Lapidi arriveranno i commissari dell’Amia.

Una seduta che si preannuncia incandescente, dal momento che i commissari nominati nel febbraio del 2010 dal ministero per lo Sviluppo economico chiederanno a Palazzo delle Aquile un adeguamento del contratto di servizio di 18-20 milioni l’anno da inserire in bilancio per proseguire nel piano di risanamento dell’azienda, pena il fallimento. Una cifra astronomica, per un Comune con le casse all’asciutto, che ha fatto sobbalzare sulla sedia sindaco e consiglieri, consapevoli del fatto che una somma così alta, che dovrebbe essere strutturale, potrebbe arrivare solo da un ulteriore aumento della Tarsu.

Ma al centro di un confronto che si preannuncia acceso, questa sera, sarà l’intera gestione della società. I commissari, fin dal loro insediamento, infatti, hanno ritenuto di non dover presentare al Consiglio alcun bilancio né resoconto dell’attività svolta dal momento che rispondono direttamente al ministero. Un atteggiamento considerato ostile, da parte di numerosi inquilini di Palazzo delle Aquile, che chiederanno di conoscere nel dettaglio i numeri dell’Amia e i termini in cui finora si è operato.

“I commissari – secondo Totò Orlando dell’Idv – dovevano valutare lo stato dei fatti e rendere pubblica la situazione in cui versava l’azienda, invece hanno preferito non interloquire col consiglio impedendo, anche a chi voleva aiutarli, di sostenere la loro opera di risanamento”. A Sala delle Lapidi serpeggia il malcontento per essere stati tagliati fuori dal controllo dell’azienda ma soprattutto per alcune voci che circolano insistentemente e che riguarderebbero promozioni, acquisti poco oculati e in generale una gestione non proprio efficiente. “Chiediamo semplicemente di sapere, per esempio, come sono stati gestiti i fondi del ministero per la raccolta differenziata – continua Orlando – oppure perché, nonostante un’anticipazione di cassa di 12 milioni della Regione a valere sulle casse del comune per lo smaltimento del percolato, questo viene ancora smaltito fuori dalla Sicilia e non si è provveduto a definire l’impianto di smaltimento in sede. Una perdita di 18 milioni in poco più di un anno è un’enormità: perché l’allarme non è stato lanciato prima?”.

I consiglieri temono che l’amministrazione straordinaria voglia scaricare su Sala delle Lapidi tutte le responsabilità e sono preoccupati per le sorti dell’azienda dal momento che per essa il Comune, al contrario di Gesip per la quale sono finiti i soldi senza che le casse pubbliche fossero intaccate, ha impegnato 60 milioni dei fondi Fas, parte del proprio patrimonio e il 49% delle azioni dell’Amg, una delle poche partecipate non in perdita, e quindi in caso di mancato risanamento potrebbe essere messo a rischio anche l’equilibrio di bilancio. Sala delle Lapidi chiede inoltre di conoscere i compensi dei commissari, che gravano sulle casse dell’azienda: “Tutti gli amministratori pubblici sono tenuti a far conoscere la propria dichiarazioni dei redditi – aggiunge Orlando – noi chiediamo solo di sapere qual è il loro compenso per il lavoro svolto all’Amia”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI