Bronte, inaugurata stamane la mostra di reperti archeologici "Invisibilia" - Live Sicilia

Bronte, inaugurata stamane la mostra di reperti archeologici “Invisibilia”

Sono esposti anche esemplari della coroplastica e due maschere teatrali fittili.

BRONTE. Inaugurata questa mattina, nei locali della Pinacoteca Nunzio Sciavarrello (Via Card. De Luca, 14), la mostra dal titolo “Invisibilia.  Dai depositi alla valorizzazione. Reperti archeologici della Collezione Luigi Saitta in Mostra”, realizzata, grazie alla disponibilità del Parco Archeologico e Paesaggistico di Catania e della Valle dell’Aci, diretto dal Dott. Giuseppe D’Urso e della Soprintendenza dei Beni Culturali ed Ambientali di Catania, diretta dall’Arch. Donatella Aprile.

L’evento ha visto il patrocinio del Comune di Bronte, il cui Sindaco è il Sen. Giuseppe Firrarello, del Real Collegio Capizzi di Bronte, diretto da Padre Nunzio Capizzi e dalla Pinacoteca Nunzio Sciavarrello, presieduta dal Dott. Carmelo Indriolo. Le Associazioni Culturali SiciliAntica, di cui è presidente regionale l’Avv. Nunzio Condorelli Caff e l’Archeoclub Nazionale, presieduto dal Dott. Rosario Santanastasio, hanno sostenuto l’iniziativa. Quest’ultima è stata ideata e curata sotto il profilo scientifico dall’Archeologa Rosalba Panvini ed è stata organizzata attenendosi alle norme della Carta di Catania, approvata con D. A. 78 del 10 Dicembre 2020, in cui è previsto, tra l’altro, l’organizzazione di mostre con l’esposizione dei beni culturali confiscati perché detenuti illegalmente e  consegnati agli Istituti  della Regione siciliana (Parchi, Soprintendenze e Musei), i quali li custodiscono nei loro depositi.

Infatti, la raccolta di reperti archeologici appartenuta al Dott. Luigi Saitta di Bronte, oggi acquisita tra i beni della Regione siciliana, dopo essere stata confiscata nel 1993, in quanto costituita illegalmente, consta di oltre 500 oggetti, soprattutto ceramiche e coroplastiche; non mancano, però, oggetti e monili in bronzo, tra cui anelli, bracciali, collane e fibule, armi, specchi, uno strigile, pesi da telaio, chiodi ed alcune appliques  Essa è conservata nei depositi del Parco Archeologico e Paesaggistico di Catania e della Valle dell’Aci, che ne ha messo a disposizione alcuni reperti in occasione di questa mostra e dopo che gli stessi sono stati inventariai su pertinenti Registri. Tra i materiali presentati in locali provvisti di sistemi di sicurezza e presidiati da personale di custodia, si segnalano alcuni vasi di età protostorica, vasellame importato  dall’Attica (VI-V secolo a.C.), dalla Ionia (VI-V secolo a.C.) ed anche dall’Etruria, come i vasi in bucchero (fine VI-inizi V secolo a.C.); inoltre, sono presenti sia ceramiche di produzione indigena, di età arcaica, con decorazione lineare, sia vasi  figurati di fabbrica siceliota o italiota (IV-inizi III secolo a.C.).

Sono esposti anche esemplari della coroplastica e due maschere teatrali fittili. Non si hanno a disposizione dati certi circa i luoghi ed i contesti di provenienza dei reperti, tuttavia, soprattutto le ceramiche importate e di pregio, considerato il loro stato di conservazione, dovevano essere pertinenti a corredi funerari e servivano a comporre il set per il banchetto in onore dei defunti. Le ceramiche indigene, con decorazione lineare, provengono dai centri della Sicilia di etnia sicula e sono riferibili alla facies di Licodia Eubea; anche esse avrebbero potuto fare parte dei set del banchetto funerario.

Lo scopo di esporre alcuni esemplari scelti tra gli oltre cinquecento reperti che componevano la raccolta è prevalentemente didattico anche per  fare comprendere che il patrimonio culturale appartiene a tutti e come tale va fatto fruire ai cittadini di ogni stato, età e classe sociale. Si auspica, pertanto, che non venga più proseguita l’attività clandestina che, purtroppo, ogni anno finisce per immettere sul mercato antiquario migliaia di oggetti decontestualizzandoli e depauperando soprattutto il settore dei Beni Archeologici.


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