Buongiorno Professore! - Live Sicilia

Buongiorno Professore!

Il suo buongiorno arriva prima di lui. La borsa di cuoio, il pacco di giornali, l’iPad del quale dice orgogliosamente di scoprire ogni giorno una nuova funzione. Domanda se tutti stiamo bene, e non è una formalità. E’ sempre, invariabilmente, gentile.

Buongiorno, Professore! Un ricordo di Mario Centorrino Un clangore di vetro e metallo. E’ la porta tagliafuoco che dà sul cortile interno dell’Istituto di Economia di via Tommaso Cannizzaro alta. E’ arrivato il Professore. Come ogni mattina, mancano pochi minuti alle nove. Il suo buongiorno arriva prima di lui. La borsa di cuoio, il pacco di giornali, l’iPad del quale dice orgogliosamente di scoprire ogni giorno una nuova funzione. Domanda se tutti stiamo bene, e non è una formalità. E’ sempre, invariabilmente, gentile. Qualche giorno fa ha chiuso bruscamente la porta del suo studio mentre qualcuno di noi passava: era concentrato su uno scritto, e il vociare lo disturbava. Il giorno successivo, prima dei convenevoli rituali, se ne è scusato.

Si siede, estrae un mucchio di fogli coperti dalla sua scrittura regolare. Scrive tutto rigorosamente a mano. Organizza il lavoro, stabilisce le priorità. Non c’è tema che non lo affascini, dato di realtà che non prenda in esame. Recentemente l’intenso interesse verso tutto quel che riguarda il nipotino lo ha indotto a indagare persino il mercato dei cartoon; il risultato, un’inchiesta sul successo socioeconomico di Peppa Pig. A noi appare quel che è: un intellettuale non avulso dal mondo, ma capace di interpretare i continui cambiamenti della realtà in cui viviamo, accelerati dalla scienza e dalla rete, con la tempestività del giornalista, la conoscenza dello scienziato, la profondità di analisi dell’economista. Questa la linea nella quale ha formato tante generazioni di studenti, fa ricerca, scrive.

Perché, fondamentalmente, questo lettore instancabile, che decenni fa ebbe a dirmi: “Ci sono persone che pretendono di scrivere senza leggere”, è uno scrittore che ama lo scorrere della punta della sua penna sul foglio, che ama rileggere, cancellare, eliminare le ripetizioni, variare i congiuntivi, limare la bella forma che veste i suoi concetti. E quando legge qualcosa scritta da altri che gli piace, lo dice: sa come si fa una lode, come si gratifica chi lavora. Ci crede davvero nel valore della diffusione dell’informazione quale componente organica della cultura, ed elemento fondante della democrazia. Formare nuovi intellettuali, fare “buona informazione”. Un tutt’uno inscindibile quando si è convinti che per costruire una società fondata sulla conoscenza sia necessaria la partecipazione di cittadini informati e che esercitino lo spirito critico.

Il dissenso non lo spaventa: a ogni nuovo articolo è pronto a fronteggiarlo, a rispondere ad ogni osservazione che gli viene mossa. Arriva una studentessa per ottenere in prestito alcuni libri dalla biblioteca. Le dice: “Mi posso complimentare? Questo è il mese ideale per studiare!”. E’ venerdi, 8 agosto. L’Università, la sua seconda casa, sta per chiudere per una decina di giorni. Prima di andare via ci raccomanda: “Divertitevi e riposatevi: abbiamo tantissime cose da fare al rientro!”. “Arrivederci, Professore!” Rosamaria Alibrandi

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