"Buono, socievole e andreottiano" - Live Sicilia

“Buono, socievole e andreottiano”

Giuseppe Liga: come lo raccontano
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Il comunicato, con percettibile affanno, recita: “In relazione all’arresto dell’architetto Liga e delle gravi accuse a lui rivolte, la presidenza nazionale e quella provinciale di Palermo del Movimento Cristiano Lavoratori confidano in un rapido accertamento dei fatti e si mettono a disposizione della magistratura per qualunque chiarimento o informazione utile a far luce sulle vicende oggetto dell’inchiesta palermitana e per accertare le relative responsabilità. Già dall’11 marzo scorso, in seguito ad articoli di giornale che riferivano di un presunto coinvolgimento dell’arch. Liga in fatti all’attenzione della magistratura, il Mcl ha provveduto a emanare un provvedimento di sospensione, a scopo cautelativo, dello stesso Liga dall’incarico di reggente in Sicilia, finché tutti i fatti non verranno definitivamente accertati, provvedendo contestualmente a sostituirlo con il vicepresidente Antonio Di Matteo”.
Il lupo nel gregge? Il ladrone cattivo, travestito da ladrone buono? Giuseppe Liga, una vita per l’impegno – dice chi l’ha conosciuto in Mcl e altrove – e adesso in croce, inchiodato da capi di imputazione che squarciano carne, ossa e reputazione come chiodi arroventati. E chi l’avrebbe mai scritto? Prima la notorietà mediatica con lo scoop di Riccardo Lo Verso, poi le più concrete manette. Giovanni Mangano, che del Movimento è il presidente provinciale, (già consigliere provinciale Udc, come suggerisce un attento lettore, ndr) cade da altissime nuvole: “Non me l’aspettavo”. Infine, con saggezza biblica aggiunge: “Sono d’accordo con quello che ha scritto Cavallaro sul Corriere. Esistono doppie vite. Uno non sa mai chi ha davanti. Da parte mia, massima collaborazione nei confronti della magistratura”. Mangano, oculista di professione, stavolta non ci vede chiaro: “Il Liga  (articolo da verbale della questura, ndr) lo conosco di persona. Si è sempre comportato correttamente, da uomo impegnato nel sociale, attivo nel volontariato, capace di posizioni pubbliche contro la mafia. Guardi, sono confuso”.
Ha un pensiero più nitido Pino Toro, già creatore del movimento “Una città per l’uomo”. Qualcuno sostiene che Liga passò pure di lì. Toro smentisce, allontana l’amaro calice perfino di un presunto sfioramento, come se sfiorarsi pericolosamente, a Palermo, fosse una colpa: “Con noi c’era suo cugino Piero. Giuseppe faceva parte di un altro movimento, era più vicino agli andreottiani”. Agli andreottiani? “Sì, agli andreottiani”. Giuseppe  Liga: buono, socievole e solo un pochino andreottiano. Eppure, le parole dei giudici sono pietre. Non sono scritte sulle tavole della legge, reggono una più prosaica ordinanza. Ma trafiggono e incatenano.  Sono chiodi.


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