Ennesimo commissariamento per Messina. All’orizzonte per la città dello Stretto potrebbe esserci questo e si tratterebbe del terzo in 8 anni. Il sindaco, Giuseppe Buzzanca, infatti, potrebbe dimettersi da primo cittadino per potersi candidare alle regionali.
Lui frena: “Ancora devo approfondire, non ho preso una decisione”. Buzzanca ha, infatti, dieci giorni di tempo per presentare le sue dimissioni, dopo la pubblicazione, oggi, sulla Gazzetta ufficiale della Regione Sicilia del decreto d’indizione dei comizi elettorali per il 28 ottobre per l’elezione del Presidente della Regione e dei 90 deputati all’Ars. Ma la decisione del sindaco, data per certa nel suo entourage, sarà annunciata prima della decadenza dei termini, cioè prima del prossimo 31 agosto.
Sindaco o deputato? Una scelta che ha tormentato tutta la durata della sindacatura messinese di Giuseppe Buzzanca, di fatto risolta lo scorso fine giugno quando l’Ars spinse il sindaco a optare e lui scelse Messina. Ora ripresentatasi con le elezioni regionali anticipate. E potrebbe finire così: con le dimissioni anticipate del sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, il lungo dissidio tra l’una e l’altra carica. Buzzanca era riuscito per lungo tempo a mantenerle entrambe, l’unico in Sicilia, nonostante due pronunciamenti della Corte costituzionale (n. 143 2010 e n.277 del 2011) che affermavano l’incompatibilità tra la carica di parlamentare e di sindaco per i Comuni con più di 20mila abitanti (Messina ne conta più di 240 mila). Nonostante anche il provvedimento cautelare della prima sezione Civile del tribunale di Palermo, dello scorso marzo, in linea con il pronunciamento della Corte Costituzionale, nei confronti della quale aveva presentato ricorso. Era stata poi l’Assemblea regionale siciliana a chiedere una scelta deifnitiva a Buzzanca che optò per restare sindaco di Messina.
Pareva perciò una “incompatibilità” risolta ma le elezioni regionali anticipate al prossimo 28 ottobre, hanno sparigliato le priorità del sindaco il cui mandato termina comunque nel 2013, le elezioni sono previste per il prossimo aprile e la ricandidatura di Buzzanca a sindaco è da tempo data per esclusa nei corridoi della politica peloritana. E mentre di fatto la questione giuridica non è ancora conclusa: “Si tratta di stabilire se quel pronunciamento costituzionale aveva validità per la legislatura in corso”, spiega Marcello Scurria, legale del sindaco. Sicura è invece l’ineleggibilità di un sindaco all’assemblea regionale siciliana. Per questo Messina si trova vicina al terzo commissariamento in 8 anni.
L’ultima volta che lo si scriveva era il 4 ottobre del 2007, quando una sentenza del Cga annullava le elezioni del 27 e 28 novemre del 2005 che avevano visto Francantonio Genovese, ricoprire il ruolo di primo cittadino. Ma grazie a quella sentenza Genovese e la sua giunta tornarono a casa dopo poco più di un anno. Le elezioni erano state annullate a causa di una diatriba sorta tra Bobo Craxi e Gianni De Michelis sulla paternità del simbolo del Psi: il cuore della questione riguardava l’utilizzo dello storico simbolo del garofano. Si trattava di elezioni che mettevano fine al commissariamento durato due anni a seguito della decadenza dello stesso Giuseppe Buzzanca dalla carica di sindaco, risultato ineleggibile dopo la condanna per peculato d’uso, per avere cioè utilizzato impropriamente l’auto blu (andò con quella fino a Bari per imbarcarsi in una crociera con la moglie).