Cala e Foro Italico, zona a luci rosse| I residenti: "Ci hanno abbandonati" - Live Sicilia

Cala e Foro Italico, zona a luci rosse| I residenti: “Ci hanno abbandonati”

Sfiducia e rassegnazione tra gli abitanti della zona compresa tra via Lincoln e la Cala, dove due notti fa la polizia ha effettuato un blitz antiprostituzione che ha condotto all'identificazione e all'allontanamento di sette romene.

PALERMO – “Questi interventi non bastano, domani sera le prostitute saranno di nuovo qui”. E’ un clima di sfiducia mista a rassegnazione quello che si respira nella zona compresa tra via Lincoln e la Cala, dove due notti fa la polizia ha effettuato un blitz antiprostituzione che ha condotto all’identificazione e all’allontanamento di sette romene. “Non sono provvedimenti risolutivi, ma soltanto tampone – dice Luigi Supporta, che abita nei pressi dell’Orto Botanico -. La vita di noi residenti è amaramente ormai segnata dallo stato di angoscia in cui viviamo ogni volta che torniamo a casa la sera, ogni volta che i nostri figli devono varcare il portone del palazzo. Abbiamo raccolto centinaia di firme per chiedere che questa zona non venga invasa ogni notte, abbiamo protestato, chiesto al Comune controlli quotidiani. Non ci ascolta nessuno. E siamo stanchi”, dice.

In effetti, quella di chi abita nel quadrilatero compreso tra la stazione centrale, piazza Rivoluzione, Cala e Foro Umberto I, è una situazione che sembra non riesca ad arrivare ad una svolta. “Non cambierà mai niente – dice Massimo Rizzuto, che vive in via Carlo Rao, nei pressi del punto in cui una prostituta è stata investita e uccisa lo scorso anno -. Questo è ormai il quartiere a luci rosse della città, è la zona in cui esiste tutto ciò che in modo ipocrita la legge vieta. Siamo stati abbandonati. Qui tutto è possibile: c’è chi adesca i clienti, chi si apparta nelle auto posteggiando davanti ai palazzi in cui abitano le famiglie. Ma negli ultimi anni è successo molto di più, non dimentichiamo che ha anche preso vita una sparatoria”.

Rizzuto si riferisce a una serata di pura follia che risale a due anni fa. Un 42enne sparò dei colpi a salve contro alcuni transessuali che si trovavano vicino alla Villa Giulia. Alla base dell’agguato, allora, ci sarebbero stati motivi personali. Ma non è stato l’unico fatto di cronaca a far finire nuovamente nell’occhio del ciclone la “zona del sesso”. A confermare il quartiere come punto di riferimento per chi è alla ricerca di incontri fugaci magari lontano da occhi indiscreti, la presenza di alcune case d’appuntamenti scoperte dalle forze dell’ordine.

A partire da quella individuata in via Lincoln nel febbraio di due anni fa. Si trovava in una vecchia palazzina quasi all’incrocio con piazza Giulio Cesare, era gestita da una donna cinese finita in arresto per sfruttamento della prostituzione: quattro le ragazze che furono trovate in atteggiamenti inequivocabili, che offrivano prestazioni sessuali per cinquanta euro.

Ma non fu l’unico caso. Un anno dopo un’altra casa a luci rosse fu scoperta in via Ernesto Paci, una traversa di via Lincoln. Le prestazioni sessuali venivano pagate dai trenta ai cinquanta euro. Il passaparola e gli annunci su internet erano la chiave per farsi pubblicità. E il bacino di clienti aumentava, rendendo possibile un business da migliaia di euro messo in piedi da due uomini che avrebbero affittato singolarmente le numerose stanze dell’appartamento tanto da trasformarle in luoghi di prostituzione eterosessuale, omosessuale e transessuale. “Senza considerare – aggiunge Fiorenza Romano, residente in piazza Fonderia alla Cala – ciò che troviamo quotidianamente sui marciapiedi, compresi i resti delle uova che spesso vengono lanciate alle ragazze. Poi preservativi, cartacce di ogni tipo. E’ una giungla, non ne possiamo più. La zona viene inevitabilmente frequentata da gente poco raccomandabile, temiamo ogni giorno di essere presi di mira, derubati, aggrediti. Via Garibaldi, via Lincoln e dintorni sono ormai off limits per chi, come me, ha una famiglia con bambini piccoli”.


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