Calci, parole e incomprensioni |Zamparini-Iachini tra alti e bassi - Live Sicilia

Calci, parole e incomprensioni |Zamparini-Iachini tra alti e bassi

La sconfitta di Napoli e le parole del numero uno del club di viale del Fante rischiano di incrinare un rapporto che pareva essersi ricucito dopo i quattro punti con Bologna e Inter. La sfida all'Empoli, così come nella passata stagione, può rappresentare uno spartiacque nella dialettica tra patron e tecnico.

PALERMO – Da Empoli ad Empoli, in un turbine da pieno Odi et amo di catulliana memoria. I poemi, però, Maurizio Zamparini non li scrive. Li enuncia, a radio e microfoni, con l’allenatore di turno negli scomodi panni di “amante” prima amato e dopo odiato. E Giuseppe Iachini, uno che in pubblico non va mai oltre gli schemi che gli garantiscono il quieto vivere in società, potrebbe anche trovarsi a rimpiangere il periodo di silenzio dell’anno in Serie B, quando tutto andava bene e il patron non metteva bocca sul suo operato. Oltre un anno di sbalzi d’umore che ad oggi non hanno messo in crisi il rapporto più longevo dell’ultimo decennio sulla panchina del “Renzo Barbera”, ma con seri dubbi sull’effettiva tenuta di una corda ormai tirata fino al limite.

Che Zamparini sia uno pronto a colpire al minimo segno di cedimento, lo si è sempre saputo. Quando Iachini ha dovuto fronteggiare la sua prima crisi, perdendo in quel di Empoli nell’ottobre dell’anno passato, il patron ha lasciato tutti di stucco. “Probabilmente il tecnico ha risentito della pressione dell’opinione pubblica e della stampa che gli chiedevano più coraggio e una squadra più offensiva”, una difesa a spada tratta dell’operato di Iachini, con tanto di ritiro organizzato nella “sua” Gradisca d’Isonzo, dove ancora una volta non sono mancate pacche sulle spalle e messaggi distensivi: “Iachini è mio figlio, resterà con me per altri quattro o cinque anni”, come se l’inizio da incubo in campionato non ci fosse mai stato.

Scelta saggia e utile, dato che il Palermo da quel momento in poi ritroverà la retta via. Contro il Cesena arriva la prima vittoria e, dopo il k.o. dello Juventus Stadium, si bissa tra le mura amiche contro il Chievo. Una sfida in cui Iachini decide di togliere Vazquez a metà secondo tempo e in “regalo” si vede recapitare dallo stizzito trequartista la propria maglia, lanciata non certo con gioia. E Zamparini, che fino ad allora aveva sostenuto Iachini persino nel momento di crisi, quali parti prende? “Se fossi stato io, avrei tirato una bomba nei piedi dell’allenatore. Altro che la maglietta”.

Apriticielo. Anzi no, perché Iachini lascia scivolare via tutto, derubricando il tuono ad una semplice battuta. C’è altro a cui pensare, dopotutto, con una trasferta in casa del Milan da non prendere con le pinze. Il Palermo espugna San Siro e il sole torna a brillare alle spalle di Monte Pellegrino: “Ha vinto lui, merito del suo calcio propositivo. Non ho mai pensato di mandarlo via”, il sigillo definitivo di Zamparini ad un 2014 da record per il Palermo e per Iachini, che da lì in poi metteranno a segno la più lunga striscia di risultati utili mai realizzata in massima serie dal club rosanero.

Il campionato, però, è solo a metà strada, e per poter scrivere il “vissero tutti felici e contenti” bisogna aspettare ancora sei mesi. Riusciranno i due protagonisti ad andare avanti senza più punzecchiarsi? Macché. Il Palermo vede la salvezza e tira il freno, sganciandosi dal treno per l’Europa con ancora un girone di ritorno tutto da giocare. La sconfitta all’Olimpico con la Lazio spegne definitivamente i sogni europei dei rosa, e Zamparini torna a tuonare: “In 22 partite, giocando con la difesa a tre, che poi non è a tre ma a cinque, abbiamo beccato 38 gol e regolarmente consegniamo il centrocampo agli avversari. Dopo Napoli avevo detto a Iachini di cambiare ma lui ha voluto fare di testa sua. Ora mi sono rotto…”.

Sembrano essere le avvisaglie di un addio, tra un contratto da rinnovare e le sirene provenienti dalla Genova blucerchiata. Lo smacco di perdere il proprio tecnico per mano di Massimo Ferrero, però, ringalluzzisce l’orgoglio di Zamparini, di nuovo dalla parte di Iachini anche sulla scena pubblica: “Non temo che Iachini sia così cretino da andare da uno come Ferrero. Mi offenderei a morte”, per poi rincarare la dose su possibili altre pretendenti: “Neppure se mi danno 50 milioni di euro”. E all’inizio della nuova stagione, con le dovute rassicurazioni per il mercato estivo, Iachini è ancora lì.

Peccato che quelle rassicurazioni non siano state rispettate appieno. Iachini non le manda a dire e il suo malcontento per due ruoli lasciati scoperti è evidente. La risposta dai piani alti non si fa attendere: “Iachini non deve pensare ad esternare, ma solo ad allenare. L’ho già sgridato. Il fatto è che lui tira acqua al suo mulino, se dice che la squadra è debole tutti i meriti vanno a lui”, e fu così che la presentazione di Alberto Gilardino divenne l’occasione per zittire nuovamente l’allenatore, accontentato (seppur in ritardo) con l’acquisto di quell’attaccante richiesto da mesi.

Gilardino però non ingrana, mentre Djurdjevic va subito fuori causa. Palermo in crisi e risultati impietosi, con tre sconfitte consecutive alla quinta di campionato. Stesse scene vissute un anno prima e medesima reazione del presidente, che ordina il ritiro in Friuli e conferma ancora una volta la fiducia al suo tecnico: “Iachini sa che, se dovesse andare male, non cambierebbe nulla. Con la Roma non abbiamo niente da perdere”. Con la Roma si perde, ma sarà l’ultima sconfitta. Bologna e Inter consegnano a Iachini un Palermo più lucido, fino alla scelta remissiva per la trasferta di Napoli. Il gancio di Zamparini non si fa attendere: “Non mi piace un allenatore che parte già perdente. Il mio tecnico andrebbe preso a calci in culo”. Vedremo se stavolta Iachini riuscirà ad evitare di andare k.o. come nelle puntate precedenti.


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