"Caldo" autunno giudiziario |Boss e colletti bianchi alla sbarra - Live Sicilia

“Caldo” autunno giudiziario |Boss e colletti bianchi alla sbarra

Tutti gli imputati e i processi di questo ultimo scorcio del 2016.

CATANIA – Sarà una “stagione” giudiziaria molto calda quella di questo ultimo scorcio di 2016. Ancora la “macchina” dei processi non è entrata a pieno regime, ma già a partire da questa settimana le temperature a piazza Verga (a dispetto di quelle meteo) tenderanno a salire. Un occhio, mercoledì, sarà anche puntato a Roma: la Cassazione deve valutare il ricorso dei sostituti procuratori Antonino Fanara e Agata Santonocito contro la sentenza del Gup Bernabò Distefano che ha prosciolto l’editore Mario Ciancio dalle accuse di concorso esterno. Per i due pm “la motivazione era per certi versi illogica”, la giudice infatti aveva sostenuto (nella sostanza) l’inesistenza del reato. Vedremo cosa deciderà la Suprema Corte.

Politici, colletti bianchi e anche esponenti delle istituzioni riempiranno le aule del Tribunale di Catania e dell’ex pretura di via Crispi in questi quattro mesi. Parlando di politici sono i due fratelli Lombardo i protagonisti di questo filone giudiziario a Catania. Raffaele Lombardo sta affrontando il processo d’appello dopo la condanna in primo grado, mentre è entrato nel vivo già nei primi mesi di quest’anno il procedimento (con rito ordinario) a carico del fratello Angelo. Sono stati tanti i colpi di scena nel processo che vede imputato l’ex governatore, dalle dichiarazioni del boss Rosario Di Dio alle rivelazioni dell’architetto (pentito) Giuseppe Tuzzolino.

E’ in pieno dibattimento il processo a carico dei tre ex consiglieri provinciali Antonio Danubio, Gianluca Cannavò e Sebastiano Cutuli. I tre sono accusati di truffa ai danni dello Stato in relazione a dei presunti indebiti rimborsi lavorativi. Bisognerà attendere il 2017 per il processo a carico di Manlio Messina coinvolto nell’inchiesta sui rimborsi al consiglio comunale di Catania. L’esponente di Fratelli D’Italia è accusato dalla pm Tiziana Laudani, insieme a Daniele Agatino Belfiore e Giuseppe Anastasio Privitera, di truffa aggravata per aver percepito “indebitamente” dei rimborsi lavorativi da parte dell’amministrazione comunale per la sua attività di consigliere. Il Comune di Catania ha già annunciato l’intenzione di presentare l’istanza di costituirsi parte civile. Attendono ancora di conoscere il loro destino giudiziario molti funzionari e esponenti della precedente giunta comunale (quella guidata da Stancanelli, anche lui coinvolto) indagati per falso ideologico.

Dovrebbe arrivare entro dicembre la sentenza del processo a carico del notaio Vincenzo Ciancico accusato di falso, truffa e peculato. La richiesta di pena della pm Laudani è stata a 9 anni di reclusione. Riflettori puntati anche sul procedimento battezzato dalla stampa “Mailgate” che vede imputati l’ex rettore Antonino Recca e dei due dipendenti dell’Università etnea, Antonio Di Maria ed Enrico Commis, per il caso delle email elettorali inviate agli indirizzi di studenti e docenti durante la campagna elettorale del 2012.

Fa parlare di sè anche la zona ionica della provincia di Catania. Due i processi da segnalare che hanno scatenato veri e propri terremoti giudiziari. Nuova Ionia punta dritto alla gestione “sporca” dei rifiuti: la Dia paventa interessi diretti della mafia sull’affare immodizia. Nel processo Town Hall, o conosciuto come Mascali Gate, ci sono tra gli imputati l’ex presidente del consiglio comunale e l’ex sindaco di Mascali, Biagio Susinni e Filippo Monforte. Avrebbero creato un sistema di appalti e tangenti con l’obiettivo di favorire il clan dei Laudani. Si attende poi di conoscere la data dell’udienza preliminare per i 15 presunti “assenteisti” del Comune di Acireale.

Si potrebbe chiudere entro il 2016 il processo (infinito) sul giallo di Mariella Cimò, la donna scomparsa nel nulla nel 2011. Non è mai stato trovato il cadavere. Il magistrato Angelo Busacca a fine settembre discuterà la sua requisitoria davanti alla Corte d’Assise e formulerà la richiesta di pena contro il marito Salvatore Di Grazia. Davanti alla stessa sezione della Corte d’Assise si celebra il processo dell’omicidio di Gino Ilardo: il confidente di Michele Riccio è stato ammazzato nel 1996. Tra gli imputati un pezzo del gotha di Cosa nostra catanese e di Caltanissetta: Vincenzo Santapaola (figlio di Salvatore), Maurizio Zuccaro e Pippo Madonia. Le diverse udienze hanno aperto squarci sulla “cosiddetta” trattativa Stato Mafia, tanto dibattuta (e combattuta) a Palermo.

Parlavamo di pezzi da novanta della mafia catanese: Sebastiano Mazzei sta affrontando diversi processi per associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, droga ed estorsione. Uno di questi scaturisce dall’inchiesta Enigma che decapità la cellula dei Carcagnusi a Monte Po’ specializzati nella “riscossione crediti” e nel racket delle “estorsioni”. Con Scarface, invece, è stata fotografata la forza di infiltrazione dei Mazzei all’interno dell’economia cosiddetta legale, con una puntatina anche nella gestione di locali cool della movida. Uno dei nomi chiave dell’inchiesta è William Cerbo, “fanatico” del film “Scarface” tanto da farsi costruire una poltrona simile a quella su cui sedeva Al Pacino. Facile dedurre perchè gli investigatori abbiano scelto proprio questo nome per l’inchiesta. Sempre i Carcagnusi (il clan Mazzei) sono i protagonisti del processo “Nero Infinito”: si apre a fine settembre lo stralcio con il rito ordinario che mette alla sbarra i presunti estortori dell’imprenditore Antonino Chiaramonte, diventato testimone di giustizia.

Si deve chiudere invece ancora il processo d’appello (filone ordinario) del processo Iblis che vede alla sbarra nomi (anche di grido) di boss, imprenditori e anche politici. A giugno si è chiuso con una sentenza definitiva della Cassazione (tranne l’annullamento con rinvio per alcuni) lo stralcio che si è celebrato con il rito abbreviato. E sulle dimaniche “grigie” della connivenza tra mafia, impreditoria si è mossa anche l’inchiesta Caronte culminata in un processo con nomi eccellenti del settore della logistica, della grande distribuzione e della criminalità organizzata. La “cupola” degli Ercolano dovrà affrontare il giudizio del Tribunale catanese: anche questo processo è diviso nei due tronconi abbreviato e ordinario.

Impossibile elencare tutti i processi per droga, mafia, omicidi e immigrazione. Dovrebbe arrivare entro il 2016 la sentenza sul naufragio in cui persero la vita oltre 700 migranti. Da segnalare un ricorso al tribunale del riesame della Procura di Catania per un avvocato indagato nella maxi inchiesta della Finanza Brotherhood su mafia, massoneria e appalti. Il Gip ha respinto l’ordinanza non ravvisando le esigenze cautelari, una valutazione che i pm Vinciguerra, Liguori e Sturiale non condividono. Parola dunque al tribunale della Libertà. Due sono gli avvocati che attendono la chiusura delle indagini e poi la possibile richiesta di rinvio a giudiziao dell’imponente indagine i Vicerè, che ha portato all’arresto di 109 persone. Decapitata la cupola dei Laudani in ogni punto della provincia etnea.

E chiudiamo con il caso della piccola Nicole, la neonata morta dopo il parto alla clinica Gibiino di Catania. Nei prossimi mesi il processo a carico dei medici e dei sanitari coinvolti nel drammatico epilogo sarà al centro delle cronache giudiziarie.

 


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