PALERMO – Tensione e animi in fiamme davanti all’Ispettorato regionale del Lavoro di via Maggiore Toselli. Circa duecento lavoratori del call center Almaviva di Palermo sono scesi in piazza per protestare contro la firma di un atto di conciliazione preteso dall’azienda che, a detta dei dipendenti, lederebbe i diritti accumulati negli anni tra cui le quote di anzianità lavorativa e imporrebbe ai dipendenti la rinuncia a qualsiasi eventuale contenzioso in cambio della ‘rassicurazione’ fornita a entrare nella lista di prelazione, utile a definire le priorità di contrattualizzazione sui vari sevizi.
Uno ‘scambio’ a cui i dipendenti non intendono sottostare. “Siamo già il massimo del precariato – dichiarano alcuni manifestanti -. L’azienda vuole salvare la faccia a nostre spese, firmare quell’accordo significherebbe affermare il falso e rinunciare a tutto il pregresso svolto”. Siglando il verbale di conciliazione, infatti, i dipendenti dichiarerebbero di non essere mai stati subordinati e di aver svolto prestazioni di lavoro a favore della società in virtù di contratti di collaborazione autonoma. Affermazione non vera, secondo i lavoratori, in quanto “siamo legati ad una fascia oraria, dobbiamo sottostare ad ordini superiori e a ordini di servizio giorno dopo giorno – proseguono -. Tutto il contrario, dunque, di una mansione libera e autosufficiente. In sostanza ci trattano da dipendenti ma non lo siamo”.
L’entrata di diritto nel bacino di prelazione poi sta stretta ai lavoratori in quanto “non fornisce alcuna certezza in merito al nostro futuro professionale – spiega -. Noi firmiamo, rinunciamo a tutto, e dopo? Chi ci garantisce che tra un mese, dopo aver siglato l’accordo, non ci licenzieranno? In quel caso non potremmo fare neppure ricorso, stando alle premesse inserite nel verbale di conciliazione. Non intendiamo sottostare a questa prevaricazione e lotteremo con tutte le nostre forze per impedire che i nostri diritti vengano definitivamente gettati dalla finestra”.
Ma non è tutto. Firmando la conciliazione i lavoratori potrebbero anche essere perseguiti penalmente. “L’Ispettorato al lavoro ci ha spiegato che affermando il falso potremmo essere ulteriormente penalizzati – concludono i dipendenti Almaviva presenti alla protesta -, non sappiamo più che santi invocare”. I lavoratori si sono diretti verso la sede Almaviva di via Cordova, a pochi passi da via Libertà per un sit-in nell’area antistante la sede del gruppo.