Caltagirone, dipendenti Gia| da 22 mesi senza stipendio - Live Sicilia

Caltagirone, dipendenti Gia| da 22 mesi senza stipendio

Si sentono abbandonati i lavoratori della Gia. Nei giorni scorsi hanno anche scritto una lettera al Prefetto ma al tavolo convocato per decidere le sorti del depuratore consortile non è stato risolto il problema occupazionale.

la vertenza
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CALTAGIRONE – I dipendenti della GIA S.p.a. ad oggi attendono, ancora, il pagamento dei propri stipendi. Il rischio del blocco della depurazione delle acque per il comune di Caltagirone e per la zona industriale della stessa città si fa quanto mai concreto. 22 mensilità sono troppe per pensare che gli operai e i tecnici della GIA S.p.a. continuino a recarsi a lavoro, in piena campagna, senza avere più neppure i soldi per mettere la benzina nelle proprie autovetture.

Si sentono soli i lavoratori e forse lo sono davvero se si considera che, nell’ultimo tavolo di trattative per decidere le sorti del depuratore consortile sito a Caltagirone, si è discusso di tutto tranne del futuro dei dipendenti. Nessun attestato di solidarietà e neppure rassicurazione sui livelli occupazionali. Il depuratore, pur nella sua fondamentale importanza sembra non essere, almeno per il momento, di interesse per alcuno. Prima di sospendere le attività lavorative i dipendenti della GIA S.p.a sono però scesi in strada con un volantinaggio nel tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla loro condizione.

Veniamo ai fatti. Nel 2008 la SIE assume la gestione del servizio idrico integrato del comune di Caltagirone con una convenzione che finirà a breve nell’occhio del ciclone della polemica politica per lo squilibro inaccettabile che vi sarebbe fra costi attuali e avuti e reali benefici. La SIE rifiuta di riconosce gli attori del depuratore consortile ossia la GIA S.p.a. che come società di scopo dell’Ex Asi area di Sviluppo Industriale, con socio prevalente pubblico già gestiva il depuratore.

Cosa accade dunque? Il depuratore continua a depurare con pagamenti provenienti dall’Asi del calatino che è socio di maggioranza, la SIE non paga la depurazione all’Asi. La bollettazione delle acque per il comune di Caltagirone viene effettuata direttamente dalla SIE che nelle fatture indica anche i costi per la depurazione. Una condizione che i dipendenti definiscono ai limiti della legalità.

Oggi anche l’IRSAP prova a mettere la parola fine sulla questione GIA S.p.a considerato un costo insostenibile ma dimenticando che lo stabilimento depura anche le acque dell’agglomerato industriale che la stessa IRSAP gestisce. I dipendenti  spiegano poi il presunto meccanismo perverso della fatturazione della depurazione dei reflui. “Il costo di 0,32 € per mq che i cittadini pagano per la depurazione non sono quelli che “arrivano” o dovrebbero arrivare alla GIA S.p.a che per i suoi servizi fattura per mq solo 0,17 €. Quasi la metà dunque di quanto pagato dagli utenti”. La restante quota? Secondo i dipendenti una parte andrebbe all’ex Asi per la manutenzione.

Eppure una vera soluzione al problema era stata presentata tempo fa. Ipotesi che fra le altre cose dava piena giustizia al referendum sull’acqua pubblica.  La soluzione era quella della trasformazione della GIA S.p.a in società pubblica del comune di Caltagirone che avrebbe il diritto di avocare a se l’emissione delle fatture per la distribuzione e la depurazione delle acque. Cosa che non è mai avvenuta.

Questa trasformazione con l’inserimento degli altri comuni limitrofi nella GIA S.p.a permetterebbe oltre che il passaggio reale ed effettivo alla gestione pubblica delle acque anche un notevole risparmio nelle bollette. Almeno così risulta dai dati presentati dai tecnici della GIA S.p.a.


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