PALERMO – Il tribunale di Palermo ha condannato l’architetto Giuseppe Tuzzolino a 4 anni e 10 mesi per calunnia e falsa testimonianza nei confronti di Patrizia Monterosso, direttrice generale della Fondazione Federico II.
Mafiosa, tangentista e massone: così Tuzzolino aveva definito Monterosso. Pagine e pagine di verbali per mettere a verbale le false accuse contro l’ex segretario generale della Regione siciliana. Nell’agosto 2016 Tuzzolino parlò dell’esistenza di una loggia a Castelvetrano che incassava il 5 per cento su ogni impianto fotovoltaico realizzato nel Trapanese. I soldi sarebbero finiti in tasca a Monterosso che avrebbe fatto da mediatore fra la massoneria trapanese e l’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo. Monterosso ha denunciato Tuzzolino affidandosi all’avvocato Roberto Mangano. In un crescendo di ricordi l’ormai ex collaboratore di giustizia avrebbe calunniato altre persone spingendosi a raccontare anche di avere incontrato Matteo Messina Denaro.
L’architetto definiva Monterosso “una nostra sorella in massoneria e si occupava degli interessi di tutti i componenti della Loggia La Sicilia. Si è occupata di far comunicare la massoneria di Trapani con Raffaele Lombardo, ad esempio nell’interesse della società di Nicastri poi sequestrata”. Vito Nicastri, imprenditore del fotovoltaico di Mazara del Vallo, ha subito prima il sequestro e poi la confisca di un patrimonio miliardario. Non è tutto. Secondo il racconto di Tuzzolino, Monterosso si faceva pagare con gioielli Cartier e orologi Rolex.
Quando le dichiarazioni del pentito, per un periodo sotto protezione, divennero pubbliche ci fu chi, come i deputati regionali del Movimento 5 Stelle, invocarono l’intervento della Commissione parlamentare antimafia per chiarire “i gravissimi fatti”.