Camera di Commercio, è scontro| Il consiglio decade ufficialmente - Live Sicilia

Camera di Commercio, è scontro| Il consiglio decade ufficialmente

Oggi sono state presentate le dimissioni di altri 9 componenti del consiglio, ma nell'ultima seduta non tutti hanno condiviso la linea di Albanese. Felice: "E' un favore all'assessore Vancheri". Scontro Confindustria-Confcommercio.

palermo, il caso helg
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PALERMO – Alla Camera di Commercio è tutti contro tutti. La decisione di Confindustria di venerdì scorso di annunciare le dimissioni dei propri componenti dal consiglio ha scatenato il putiferio: Confcommercio ha chiesto la convocazione urgente di una seduta che si è tenuta stamattina.

Fino a oggi le dimissioni ufficialmente presentate erano 6, ma a fine consiglio sono arrivate a 8 cui vanno sommate quelle dell’associazione degli industriali. Lo scontro è stato sulla decisione di far decadere il quorum, il che a norma di legge comporta la nomina di un commissario regionale che in massimo 90 giorni porti al rinnovo del consiglio. Gli uffici però dovranno approfondire una questione di non poco conto: il nuovo consiglio starà in carica solo fino al prossimo anno, completando il mandato di Helg, o ricomincerà il quinquennio? L’organo, che ha anche espresso solidarietà a Nunzio Reina, è però ufficialmente decaduto.

Il commissariamento tecnico, e quindi a tempo, e non politico che però ha provocato una profonda spaccatura: Confcommercio si è schierata apertamente contro Albanese, mentre l’attacco più duro è arrivato da Giovanni Felice. “Confindustria si dimette per fare un favore all’assessore Vancheri, che avrebbe dovuto vigilare su eventuali incompatibilità di Helg. e con gli altri consiglieri. Io non mi dimetto”.

“Noi vigileremo per la ricostituzione dell’organo entro 90 giorni”, si limita a dire Albanese dopo aver risposto a muso duro. Saltata anche l’ipotesi di una mediazione, adesso si andrà al rinnovo ma con un mondo delle associazioni di categoria spaccato come non mai.

“I rappresentati di Confcommercio Palermo in seno al Consiglio camerale non hanno nulla da rimproverarsi e per questo simbolicamente non si dimettono, anche se il destino dell’Ente sembra ormai segnato – si legge in una nota – la Camera di Commercio è la casa delle imprese, espressione delle Associazioni di categoria, e speriamo che il commissariamento non snaturi la legge ma sia tempestivo nell’operare, affinché l’ente possa continuare a lavorare per lo sviluppo come ha fatto fino a oggi. Non comprendiamo, però, le ragioni che hanno spinto alcuni consiglieri, in particolare quelli di Confindustria, a dare le dimissioni perché di fatto, così, hanno legittimato un commissariamento che altrimenti non avrebbe avuto ragione di essere. Non vorremmo che le tentate delegittimazioni “ad personam” degli ultimi giorni, fossero strumentali a coprire responsabilità di vigilanza che sono in capo ad organismi governati dalla politica e, certamente, non in capo al Consiglio camerale”.


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