MESSINA – La Confcommercio di Messina ottiene dal Tar di Catania il via libera per il rinnovo del direttivo della Camera di Commercio e si scatena un effetto domino a livello regionale. La Regione, infatti, aveva stoppato la possibilità che l’ente di Messina potesse avere un nuovo direttivo, in attesa del programma di dimensionamento delle Camere di Commercio in Sicilia (l’ipotesi è quella di mantenete in vita solo tre Camere di Commercio). La sentenza del Tribunale amministrativo di Catania, però, rimette tutto in gioco.
Tant’è che adesso è a rischio l’accordo regionale sulle Camere di Commercio che avrebbe previsto la “spartizione” territoriale degli Enti Camerali a danno di Messina. L’accordo sarebbe stato siglato fra i vertici regionali di Confindustria, Confesercenti e Confcommercio, con la benedizione del governatore Rosario Crocetta. La città dello Stretto, infatti, sarebbe stata tagliata fuori a vantaggio quindi di altre realtà siciliane, come Caltanissetta. L’assessorato alle Attività Produttive adesso dovrà indire le nuove elezioni, altrimenti da Messina partiranno le diffide ad adempiere. “La Confcommercio Messina, attraverso il proprio ricorso al Tribunale amministrativo, ha dato un segnale inequivocabile riguardo la volontà di mantenere viva la Camera di Commercio in una delle tre città metropolitane siciliane”. E’ quanto si legge in una documento diffuso da Confcommercio Messina, che aggiunge. “A questo punto, spetta a tutte le altre associazioni – in modo particolare a Confindustria Messina, notoriamente da sempre vicina alle posizioni dell’Assessorato regionale alle Attività produttive – dare un segnale forte a chi ha deciso, nel quadro di un insostenibile disegno regionale, di sottrarre l’Ente camerale alla nostra città”.
Le reazioni politiche, anche a livello regionale, non si sono fatte attendere. Il primo a prendere al volo l’assist di Confcommercio Messina è stato il capogruppo del Pdr all’Ars, Giuseppe Picciolo. “La recente sentenza del Tar di Catania conferma che Messina deve continuare a lottare per la sua Camera di Commercio. Il patto dei democratici per le riforme è in prima linea per sostenere la titolarità in riva allo Stretto dell’Ente camerale, che non può essere immolato sull’altare di convenienze “geopolitiche” ed interessi nazionali che mortificano il nostro territorio. Io e Marcello Greco siamo – ha ricordato Picciolo – per la razionalizzazione del sistema lasciando nelle sedi di Messina, Catania e Palermo i centri gestionali, qualsiasi altra soluzione puzzerebbe di inciucio contro la terza città metropolitana dell’Isola.”
C’è anche la decisa presa di posizione di Emilia Barrile, presidente del Consiglio comunale di Messina, ha già convocato un tavolo tecnico. “L’appello della Confcommercio Messina alla politica messinese di intervenire a difesa della Camera di Commercio non può rimanere inascoltato, anche a livello istituzionale. Pertanto, ritengo opportuno convocare con estrema sollecitudine un tavolo tecnico, al quale sono invitati i capigruppo consiliari, di deputati nazionali e regionali messinesi, e le associazioni di categoria. Impensabile, nell’ambito di un programma di ridimensionamento degli Enti camerali, che Messina, una delle tre città metropolitane della Sicilia, possa vedere soppressa la Camera di Commercio”.