PALERMO – E’ ormai guerra totale. Il presidente nazionale di Unioncamere Ivan Lo Bello attacca Crocetta. Il governatore e il suo vicepresidente scrivono al Ministero per lo sviluppo economico. Mentre persino dalla giunta arrivano “stoccate” al presidente, come quella del “suo” assessore Bruno Marziano.
L’accorpamento delle Camere
È la guerra della Camera di Commercio di Siracusa. O meglio, la guerra legata alle intenzioni del governo regionale di “fondere” questo soggetto nella più ampia struttura della Camera di commercio della Sicilia orientale, insieme a Catania e Ragusa. Una scelta da tempo finita al centro delle polemiche. Sarebbero state tante, infatti, le anomalie nel processo di identificazione degli iscritti alle Camere, dai quali dovrebbero venire fuori poi gli organismi che dovranno guidare gli enti. Organismi che avrebbero dovuto insediarsi proprio domani. Prima della parziale retromarcia del governatore.
La nuova normativa prevede la fusione delle vecchie Camere in quattro grandi enti: quello di Palermo-Enna; Agrigento-Caltanissetta-Trapani; Catania, Ragusa e Siracusa. Resta fuori dalle fusioni, invece, Messina. Già tre mesi fa diverse associazioni di categorie, raccolte attorno a Confindustria, avevano puntato il dito contro molti “vizi”. Soprattutto legati alla corretta rappresentanza delle imprese all’interno delle associazioni. Iscrizioni “fantasma”, in qualche caso, secondo le tante segnalazioni giunte in assessorato. Ma che potrebbero essere decisive per la futura suddivisione dei seggi in enti fondamentali che entrano anche, tra le altre case, nel “gioco di potere” degli aeroporti siciliani. Denunce notificate in questi mesi al presidente della Regione e all’assessorato alle Attività produttive. Ombre che non sarebbero state fugate, con la nomina del commissario Pagliaro, individuato dal governo Crocetta. Un commissario, affondano le associazioni in una diffida di alcune settimane fa “iscritto nel Registro degli indagati, presso la Procura della Repubblica di Catania con ipotesi di reato contestate nell’ambito appunto delle condotte a suo tempo a Lei rappresentate”.
Ivan Lo Bello: “Troppi reati, vado in Procura”
Insomma, da mesi le polemiche sono feroci. Anche se solo pochi giorni fa Crocetta aveva dichiarato di aver appresso, nel Siracusano, di questi dubbi. Subito dopo è partita una lettera al Ministero per lo sviluppo economico: “Non accorpare le Camere di commercio di Siracusa, Ragusa e Catania” la richiesta del governo regionale a quello nazionale.
Decisione che non ha spento le proteste. Culminate in queste ore in un attacco frontale al governo regionale di Ivan Lo Bello e in una parziale “retromarcia” di Crocetta. “Nella procedura per la formazione della nuova Camera di Commercio del Sud-est, si è consumata all’evidenza, una serie continuata di macroscopiche condotte di reato, – dice Lo Bello – con la conseguenza che l’esito della procedura medesima viene a configurare una clamorosa turbativa della procedura ad evidenza pubblica. L’indagine della magistratura, a carico di noti per reati gravissimi contro la Pubblica Amministrazione, e la denuncia anche della stampa nazionale, non hanno ad oggi dissuaso gli attori di questa vicenda, dal portare a compimento la condotta delittuosa intrapresa. Davanti a tutto ciò – aggiunge Lo Bello – non è dato comprendere quale sia stato e sia il ruolo del Presidente Crocetta, il quale un giorno chiede controlli accurati, mostrando di conoscere i reati consumatisi, salvo poi accettare che i controlli fossero affidati a chi è accusato di non avere rilevato i falsi consumati da alcune associazioni, un altro giorno promette una commissione di garanzia da affidare ad un alto magistrato, salvo poi revocare senza spiegazioni la decisione, ed ancora sulla stampa dichiara di volerci vedere chiaro ma nel frattempo emette il decreto che consacra i reati denunciati”.
Parole durissime, per quello che era stato considerato a inizio legislatura e dallo stesso Crocetta uno degli “ispiratori” della sua rivoluzione. “E’ paradossale ed emblematico, – affonda Lo Bello – che il Presidente Crocetta, nonostante l’udienza già fissata a brevissimo per il prossimo maggio, innanzi al Tar di Catania, non ritenga di sospendere l’insediamento del consiglio pur in assenza di qualunque presupposto di urgenza e indifferibilità. Non è possibile attendere oltre, non si può soprattutto, sotto gli occhi degli organi inquirenti e delle istituzioni amministrative, violare la legge e pensare di rimanere impuniti. Chiederò, perciò, – conclude – un incontro ai Procuratori della Repubblica di Catania e di Palermo, dottor Zuccaro e dottor Lo Voi, per denunciare la reiterazione dei reati posti in essere, mentre chiederò anche un incontro urgente al nuovo Prefetto di Catania, quale organo periferico del Governo, per rappresentare le gravi evidenze emerse già da più di un’anno”.
Una dichiarazione di guerra a tutti gli effetti. Alla quale, a dire il vero, è seguita una novità. È stata infatti rinviata al 28 febbraio prossimo la riunione di insediamento della Camera di Commercio Catania, Ragusa, Siracusa, “al fine di acquisire – si legge in una nota di Palazzo d’Orleans – il parere del Ministero sulla possibilità di dare autonomia a Siracusa”.
Nella nota con cui Mariella Lo Bello, su indicazione di Crocetta, ha scritto all’assessorato, viene precisato “che la richiesta di accorpamento di Siracusa a Catania, è stata effettuata dai rappresentanti Ivan Lo Bello e Roberto Rizzo in data 21 febbraio 2015 e che su indicazione dei medesimi, è stato nominato dal Ministero, l’attuale segretario camerale Alfio Pagliaro, al quale sono stati attribuiti tutti i poteri consentiti per la verifica degli iscritti. Negli incontri avuti con Confindustria – aggiunge il presidente – ho sempre manifestato l’inopportunità di procedere a tale accorpamento. La Regione, dunque, si è adeguata alle richieste di tutte le categorie di Siracusa. Ci fa piacere che i proponenti l’accorpamento – dice ancora Crocetta – abbiano cambiato tardivamente idea, ma non possono attribuire responsabilità alla Regione, né sui controlli che sono stati realizzati da un commissario scelto su loro indicazione, né sull’accorpamento che è stato proposto dai medesimi”.
A dire il vero, però, l’attacco al governo regionale non giunge solo da Lo Bello. A richiedere con forza la sospensione dell’insediamento della nuova Camera di commercio “unificata”, sono anche alcuni deputati regionali, nazionali, e una ventina di sindaci del Siracusano. Tra i deputati dell’Ars, a firmare la nota, diversi esponenti della maggioranza di Crocetta come Marika Cirone (Pd), Vincenzo Vinciullo (Ncd, anche se ha comunicato di passare all’opposizione), Pippo Sorbello (Udc) oltra a Giambattista Coltraro (ex Megafono ora Psi) e al deputato di Cantiere popolare Pippo Gennuso. Tra loro, addirittura un assessore di Crocetta, cioè Bruno Marziano. Tra i deputati nazionali, a firmare la nota Sofia Amodio, Giuseppe Zappulla, Stefania Prestigiacomo e Bruno Alicata. Adesso, insomma, tutto passa nelle mani del Ministero dello Sviluppo economico. Sarà a Roma a decidere l’esito della guerra delle Camere di commercio. Procure permettendo.