Cammarata e San Giovanni Gemini | Un referendum per la fusione - Live Sicilia

Cammarata e San Giovanni Gemini | Un referendum per la fusione

Foto d'archivio

Approvata dai due Comuni la proposta per l'indizione della consultazione popolare.

Provincia di Agrigento
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AGRIGENTO – E’ stata approvata, da parte dei consigli comunali di Cammarata e San Giovanni Gemini (Ag) la proposta sull’indizione del referendum per la fusione dei due Comuni. Consenso unanime da quasi tutti i consiglieri sia di maggioranza che di opposizione, i quali hanno espresso giudizi positivi su questo progetto, che, se andrà a buon fine, porterebbe alla nascita del più grande comune dei monti Sicani. Un tentativo di fusione era avvenuto negli anni Venti: il podestà Vincenzo Viola, aveva risposto alla richiesta del Prefetto sulla possibilità dell’unione. Ma a causa di accanite resistenze da parte di oppositori sia di Cammarata che di San Giovanni, l’unificazione non avvenne. La separazione del territorio di San Giovanni da quello di Cammarata fu voluta dal conte Ercole Branciforti nel 1587, che con apposito documento delimitò i nuovi confini. Come prevede la legge regionale n. 30 del 2000 (che per la prima volta si avvia ad essere applicata per quanto concerne la fusione di Comuni) ha inizio, in questo modo, il complesso iter amministrativo che condurrà al referendum consultivo. ”É un grande risultato – dice Nino Margagliotta, responsabile del Coordinamento intercomunale dalla fusione – per quanti lavorano da anni a questo ambizioso progetto, che un programma di speranza e di futuro per due piccole entità comunali che possono dare luogo al più grande comune del comprensorio dei Monti Sicani, anche se la portata di questa iniziativa va oltre l’ambito locale, dato che l’azione intrapresa a Cammarata e San Giovanni Gemini costituisce un importante segnale per l’avvio di una nuova governance in Sicilia. Con questi due atti deliberativi Cammarata e San Giovanni Gemini hanno compiuto una scelta storica e coraggiosa, che li porterà fra qualche mese alla convocazione del referendum e dare voce ai cittadini, alla cui volontà è affidata la decisione finale”.(ANSA).


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