PALERMO – Si svolge in un cortile, sotto l’ombra di un ficus e gli occhi di decine di poveri e di migranti, uno degli ultimi confronti tra candidati a sindaco di Palermo. I primi a prendere la parola sono gli ospiti della mensa della Caritas, che ha organizzato l’incontro per dare ai candidati un punto di vista su cosa significhi essere poveri a Palermo. Al confronto erano presenti tutti, con l’eccezione di Ugo Forello del Movimento cinque stelle, impegnato in un’altra manifestazione.
C’è chi descrive il proprio disagio di povero a Palermo, chi parla della propria esperienza nel sistema d’accoglienza per migranti, chi racconta di essere stato costretto a dormire su barelle d’ospedale perché in città non ci sono abbastanza posti letto per i senzatetto. Sono le testimonianze delle persone disagiate e dei migranti radunati nel cortile del centro polifunzionale della Caritas alla Kalsa. Ai candidati chiedono soprattutto risposte ai loro problemi. Un volontario parla di diminuire il distacco tra le periferie e il centro, e riassume il senso dell’incontro con un appello: “Ricordatevi di loro, di ogni volto che avete incontrato, perché sono il volto della città di domani. Una catena regge soltanto se regge l’anello più debole”.
È Leoluca Orlando il primo a prendere la parola per un saluto, dicendosi convinto della necessità di “completare il percorso di reti sociali fatto fin qui. Dobbiamo vivere come una casa comune la nostra città, perché la condivisione è fatta sia di persone che di comunità”. Fa un breve intervento anche Ismaele La Vardera, candidato di Centrodestra per Palermo, che sottolinea l’importanza di occasioni di incontro come quella della Caritas e invita a “partire dalle cose da fare, più che dalle cose fatte finora”. Ferrandelli, leader dei “Coraggiosi”, dice di sentirsi “praticamente a casa: il mio impegno nasce nel sociale, nel volontariato”, ma sottolinea poi che “troppo spesso il volontariato è la stampella delle amministrazioni per non fare il proprio dovere fino in fondo”. Ferrandelli parla della riorganizzazione dei servizi sociali presente nel suo programma: “Portare servizi e opportunità nel territorio è essenziale per ricostruire un senso di comunità in questa città”.
“Le storie di povertà sono un fenomeno che cresce di giorno in giorno”: per Ciro Lomonte, candidato del movimento Siciliani liberi, il problema del disagio “va affrontato da palermitani, che credono nei palermitani e non nelle ideologie”. “Ci è stato detto – dice Lomonte – che siamo pessima gente e non siamo in grado di aiutare chi è più debole. L’autostima invece deve arrivare dalla conoscenza di chi siamo e di cosa siamo capaci”. Nadia Spallitta, candidata dei Verdi, richiama invece l’obbligo per le amministrazioni di favorire il contrasto alla povertà, e rivendica le sue azioni in consiglio comunale, come l’opposizione al reato di clandestinità e alla creazione di hotspot. “Le politiche economiche a Palermo devono essere politiche sociali – dice Spallitta – per garantire diritti. Questo significa concentrarsi soprattutto sull’emergenza abitativa e sul diritto all’istruzione”.