SCIACCA (AGRIGENTO) – Una città nell’occhio del ciclone. Dopo il ritrovamento di decine di cani randagi avvelenati in un terreno abbandonato, Sciacca sarà la meta di una manifestazione di diverse associazioni animaliste, che accusano le istituzioni di essere latitanti sul tema del randagismo. La cittadina nell’Agrigentino è stata al centro di un dibattito infuocato sui social network, con accuse contro l’amministrazione e toni aspri che sono arrivati alle minacce di morte per il sindaco Francesca Valenti e per i suoi figli. Ma il primo cittadino ribatte: “Abbiamo dedicato al tema ottocentomila euro, ci costituiremo parte civile contro chi ha ucciso i cani per il danno che ha fatto alla città”.
Il caso scoppia lo scorso venerdì, quando nei pressi di una vecchia fornace abbandonata alle porte della città vengono ritrovati 14 cani randagi morti: “L’area in cui è avvenuto il ritrovamento è privata – spiega Valenti – ci sono persone che danno cibo agli animali randagi e fanno in modo che si crei un branco, tenendoli in una zona che è stata recintata”. La strage è avvenuta in questo recinto: “Il delinquente ha gettato le esche in quell’area privata – prosegue Valenti -, lo stesso giorno del ritrovamento abbiamo fatto un sopralluogo ed è stato piuttosto facile capire cosa fosse successo. Ho subito fatto l’ordinanza per la bonifica dell’area e per attivare la procura, e abbiamo cercato il posto in cui custodire gli animali sopravvissuti”.
Il conteggio degli animali avvelenati, nei giorni successivi, è cresciuto fino ad arrivare al numero attuale di 25 e ha scatenato le polemiche intorno alla città termale, diventata famosa su tutti i social network per la diffusione di alcune foto scattate ai cani morti. Un dibattito che, oltre alle associazioni ambientaliste che rimproverano alle istituzioni di non fare abbastanza per contenere il fenomeno del randagismo, ha coinvolto il mondo della politica. Il presidente del’Ars Gianfranco Micciché ha chiesto una commissione d’inchiesta regionale sul fenomeno, mentre per il presidente della Regione Nello Musumeci quello accaduto a Sciacca è un “atto di inciviltà” a cui bisogna rispondere con “iniziative, anche legislative, immediate e risolutive”. Il gruppo parlamentare all’Ars del Movimento cinque stelle respinge invece l’idea di una commissione parlamentare come una “perdita di tempo”, e chiede maggiori risorse per i Comuni e un cambiamento della legge regionale sul randagismo, “ormai desueta”. Per Michele Catanzaro, deputato regionale Pd originario di Sciacca, “lo sgomento e la tristezza non possono, non devono, trascendere nella disinformazione e men che meno nella istigazione all’odio nei confronti di chi, con impegno e passione, vive e amministra i territori”.
Il dibattito più incandescente infatti è quello che si è sviluppato sui social network, su cui sono anche arrivate minacce di morte per Francesca Valenti e i suoi figli, e su cui gli stessi cittadini di Sciacca sono stati accusati di inciviltà e ignoranza. Un innalzamento dei toni a cui il sindaco ha risposto con fermezza presentando un esposto e dichiarando che il Comune si costituirà parte civile quando verranno trovati i responsabili dell’avvelenamento: “Non solo per il fatto in sé – precisa Valenti – ma anche per il danno che il colpevole ha fatto alla comunità, che oggi si sente ferita per il dolore causato da questi attacchi”. Valenti rivendica poi le scelte della sua amministrazione: “Il problema con i randagi è annoso e non nasce con noi: si parla di circa 250 tra cani randagi e vaganti. Da luglio scorso abbiamo instaurato un’interlocuzione con le associazioni animaliste, e io qualche settimana fa mi sono rivolta al prefetto. Abbiamo proceduto con la campagna di sterilizzazione e cattura, ma non possiamo usare un rifugio comunale perché non esiste”.
Proprio per la realizzazione di un rifugio comunale la giunta di Sciacca ha stanziato cinquecentomila euro nel programma triennale di opere pubbliche, approvato lo scorso otto febbraio. A questi, si aggiungono altri trecentomila euro per la gestione del randagismo: “Si tratta di ottocentomila euro totali, e anche prima della mia giunta il fenomeno non era sottovalutato – dice Valenti – le risorse messe in campo, tenuto in conto delle nostre disponibilità, sono molto significative”. Ed è proprio sulle risorse che Valenti chiede maggiore presenza da parte delle istituzioni: “Un sindaco ha il dovere di considerare la dignità dell’animale ma spesso non vengono date le risorse umane e finanziarie da chi dovrebbe darle. Ora immaginiamo un rifugio comunale perché ci dà maggiori possibilità di sterilizzare e gestire il problema dei cani sul lungo periodo, ma sul medio bisogna per forza sensibilizzare sulle adozioni, perché solo questo consente ai cani di stare bene e al territorio di affrontare adeguatamente il problema”.
Al problema dei randagi verrà dedicata una manifestazione della Caas, la Confederazione delle associazioni animaliste siciliane, che ha convocato per domenica prossima a Sciacca un presidio “per dire basta – si legge in una nota diffusa dalla Caas – alla latitanza delle istituzioni che permettono con le loro inadempienze nei confronti della legge, che nella nostra regione si compia quotidianamente questo scempio. Purtroppo la situazione di criticità, che non riguarda solo Sciacca ma l’intero territorio siciliano, ha varcato ogni limite di sopportazione e decenza”. La manifestazione ha già una pagina Facebook a cui hanno aderito migliaia di persone, e si parla dell’arrivo in pullman di centinaia di persone. Ma dal Comune di Sciacca fanno sapere di non avere ricevuto ancora nessuna comunicazione ufficiale.