Cara di Mineo, il sindaco: "Abbandonati dallo Stato" - Live Sicilia

Cara di Mineo, il sindaco: “Abbandonati dallo Stato”

L’appello del primo cittadino Giuseppe Mistretta.

MINEO – Il Cara Mineo (struttura destinata all’accoglienza dei migranti che ha chiuso i battenti nel 2019) continua a fare parlare di sé. 

Sindaci vs Ministero

L’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso (metaforico) della pazienza del sindaco di Mineo, Giuseppe Mistretta, riguarda la richiesta di corresponsabilità da parte del Ministero dell’Interno in merito alla richiesta avanzata dalla Pizzarotti, società proprietaria della struttura che ospitava il centro d’accoglienza, di risarcimento dei danni (pari a circa 19 milioni di euro) riscontrati nell’immobile di sua proprietà.

Il Ministero si oppone alla citazione della Pizzarotti e chiama in causa il consorzio dei comuni che al momento è in liquidazione e senza un euro in cassa. Ma il sindaco di Mineo (facendosi portavoce degli altri primi cittadini interessati), che chiede a gran voce un incontro con il Ministro dell’Interno Lamorgese, non ci sta. 

L’appello del primo cittadino

“In quel momento (nel 2019) la struttura veniva gestita dalla Prefettura, il consorzio dei comuni era già in liquidazione: noi sindaci siamo pronti a consegnare le fasce tricolore”, dice a Live Sicilia. E lancia un appello per accendere i riflettori sui danni collaterali causati dalla chiusura del centro di accoglienza. 

“Lo Stato non può abbandonare un territorio, deve avere un atteggiamento materno e non matrigno, non può scaricare tutto sui cittadini dei comuni interessati: rinviamo al mittente questo tipo di scelta”, spiega. E aggiunge. “Lo smantellamento del Cara Mineo c’è stato imposto, le ultime macerie le levi lo Stato centrale e non le scarichi sui comuni che non hanno più mezzi né pazienza”.  

“I costi sociali dello smantellamento”

“Abbiamo già pagato i costi sociali dello smantellamento del Cara e in emergenza ci siamo sobbarcati numerose spese”, spiega. E si lascia andare a un amaro amarcord. “Nel 2013 quando fu creato il Cara di Mineo fu stilato un patto in cui si diceva che cosa si andava a fare in quel centro facendo poi il contrario, penso al numero massimo di ospiti che poi nei fatti veniva raddoppiato, e se ci sono stati dei danni li ha fatti il governo non li può scaricare sui sindaci, assolutamente no: i miei cittadini hanno già pagato e non devono pagare ancora”, ruggisce Mistretta sulle macerie di quello che è stato il centro d’accoglienza più grande d’Europa. 


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