Carichi di marijuana dall'Albania |Trafficanti davanti al Gup - Live Sicilia

Carichi di marijuana dall’Albania |Trafficanti davanti al Gup

Acquisiti nel processo gli interrogatori svolti dai magistrati albanesi.

rosa dei venti
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CATANIA – Non ha fatto in tempo ad entrare nella gabbia dell’aula Serafino Famà Moisi Habilaj che è iniziata la corsa al saluto e al bacio a distanza da parte dei parenti che oggi pomeriggio hanno affollato l’udienza preliminare che si è svolta davanti alla Gup Maria Cardillo. L’albanese sarebbe la ‘pietra angolare’ di un’organizzazione criminale dedita al traffico di marijuana tra Catania e l’Albania, svelata dall’inchiesta della Guardia di Finanza “Rosa dei Venti”. Dietro le sbarre, insieme a Moisi, Maridian Sulaj e Antonino Riela. Il resto degli imputati (in totale sono quattordici) erano seduti tra le poltrone riservate al pubblico. Agli atti sono stati depositati le trascrizioni degli esami di Moisi Habilaj e Maridian Sulaj curati tra mercoledì e giovedì dai pm albanesi con rogatoria.

L’udienza preliminare è stata sospesa per qualche minuto. Il Gup Cardillo, infatti, si è ritirata in camera di consiglio per decidere su un’eccezione di nullità sollevata da uno dei avvocati. Eccezione però rigettata dalla giudice. I difensori di quasi tutti gli imputati hanno chiesto l’accesso al giudizio abbreviato. Solo il legale di Vincenzo Spampinato ha optato per il patteggiamento della pena. Il Gup ha rinviato l’udienza preliminare al 26 settembre. In quella data il pm Andrea Bonomo inizierà la requisitoria.

Il magistrato affronterà i vari passi dell’indagine che hanno portato a processo Angelo Busacca, Moisi Habilaj, Fatmir Minaj, Gianluca Passavanti, Antonino Riela, Vincenzo Spampinato, Maridian Salaj, Fabio Spampinato, Carmelo Sandro Bertolini, William Patanè, Massimiliano Maria Brundo, Rosario Giuliano, Antonio Greco e Giuseppe Greco. Resta fuori da questo processo il fratello di Moisi, Florian, tutt’ora latitante.

I carichi di marijuana erano trasportati a bordo di alcuni pescherecci. Uno è stato intercettato dalla Guardia di Finanza al porto di Riposto. In quell’occasione insieme ai chili di “erba” i finanzieri sequestrarono anche un arsenale. Un affare criminale da milioni di euro quello scoperto dalla magistratura catanese. La droga sarebbe stata destinata a rifornire anche le piazza di spaccio di diverse province siciliane, con “basisti” fino nella zona iblea.

L’inchiesta ha portato trambusto anche a livello politico in Albania. Sono stati i legami di parentela tra Moisi Habilaj e l’ex ministro albanese Saimir Tahiri. Non a caso infatti  è stata organizzata la trasferta alle falde dell’Etna dei procuratori di Tirana. Già alcuni anni fa un ex poliziotto aveva fatto pesanti denunce in merito a presunte “protezioni” ai trafficanti di droga favorite da uomini delle istituzioni corrotti.

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