Caro Alfred Gomis, che dispiacere e che sfortuna. Ieri, la scarna nota del Palermo ci ha gelato: “Alfred Gomis, in seguito ad un infortunio accusato nel corso della gara contro il Manchester City, è stato sottoposto a indagini strumentali che hanno evidenziato una frattura del radio del braccio destro. Il calciatore ha già iniziato il percorso riabilitativo”.
Proprio adesso che, dopo un altro grave infortunio, sembravi pronto a riprenderti la porta. Forte lo sei e lo sei sempre stato. Ora la ‘tegola’, lo ‘stop’, la ‘maledizione’, tutte cose che stiamo scrivendo con sommo dispiacere. Non soltanto perché il Palermo è in difficoltà, adesso, nel ruolo, ma soprattutto per la nuova beffa che ti riguarda.
Hai lavorato. Ti sei impegnato, senza mai lamentarti. Hai sognato il ritorno in campo. E quale migliore consacrazione con il Manchester City in uno stadio traboccante d’amore. E poi quel tiro che infrange un osso e le speranze di titolarità.
Di una cosa siamo certi: parerai anche questa malasorte, ti rialzerai e andrai avanti. Sei un portiere, dunque, per contratto esistenziale, lo sai quanto può essere complicato resistere sotto i colpi. Servono scatto di reni e piazzamento: farsi trovare al momento giusto nel posto giusto. Tu lo sai fare e lo farai ancora. Noi siamo con te.
E siamo con te a differenza di certi presunti tifosi. Una minoranza che, in un mare d’amore, ti sta sfotticchiando sui social con battute degne di peggior causa. Presunti o inesistenti tifosi, appunto. Non hanno mai capito che la passione per una squadra è uno stato di famiglia. E che quando qualcuno dei tuoi familiari non sta bene, l’unico sentimento disponibile ha il volto di una affettuosa vicinanza.

