Caro Cardinale, ti scrivo... - Live Sicilia

Caro Cardinale, ti scrivo…

Lettera aperta
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3 min di lettura

Caro Cardinale, Paolo Romeo

Palermo è bellissima, di mattina presto. Specialmente se uno ha la fortuna di alzarsi davvero molto presto. Chi sceglie di uscire di casa alle sette del mattino vede la città col suo chiarore intatto. La munnizza dorme agli angoli delle strade. Non fa paura. Il cielo è consolante. I palazzi e le strade sono dolci, accoglienti. Il caffè ha il sapore della meraviglia, prima che si alzi il sipario. Poi, appunto,  il sipario.

Caro Cardinale, ti scrivo per chiedertelo e vorrei una risposta. A quale Palermo devo credere? A quella carezzevole dell’alba, alla città arruffata e disperata che osserviamo impotenti dalle otto di mattina, quando le sue contraddizioni si svegliano e gridano con i suoi clacson? A quella che ti fa innamorare la sera, se passeggi e ti accorgi di odori sepolti dal giorno? A quella che non crede niente e nulla spera? Scusa per il tu, Cardinale Paolo. Ma tu – sì tu – sei come il Pastore di Palermo. Cioè, Pastore di anime lo sei davvero. Però somigli perfino all’altro Pastore, il fuoriclasse rosanero. Sei un amico, un campione del popolo, il mito della povera gente in attesa di riscatto. Ai miti non si dà mai del lei.

Caro Cardinale, sei piovuto qui, in terra di missione. Il tuo predecessore – scusa – “non era cosa”. Parlava sempre della famigliain senso tecnico  e non guardava i poveri. E quando i poveri gli occuparono la sua sfarzosa cattedrale, lui schiumò rabbia in tv: “Il sacrilegio deve finire”. Io me lo ricordo, ero a un metro. E mi ricordo che lo sgombero della polizia ebbe inizio, che coincidenza,  cinque minuti dopo. Invece tu, Paolo Romeo, sei rimasto in silenzio per qualche tempo. Infine, ti è venuta l’ispirazione della parola. Nella Palermo silenziosa, codarda e zitta, tu hai parlato. E hai detto tutto quello che si doveva dire. Hai denunciato la malapolitica con le sue omissioni, hai sottolineato i problemi sociali. Non sei un prete col santino in mano. Sei capace di salire sul ring. E meni forte. Le tue parole ci hanno ridato qualcosa che somiglia alla speranza, ci hanno corroborato, ci hanno incoraggiato. E ora diventi Cardinale. Auguri a te. E a noi.

Cambia Palermo, con un Cardinale in più? Da sola no. Però,  noi in quel berretto rosso ci sforziamo di vedere una traccia emotiva di speranza, come quando Pastore fa i gol. E se un Pastore fa i gol, di solito il gregge vince. O almeno pareggia. E’ una prospettiva irragionevole? Stiamo esultando invano?  Chissà… Il Papa a Palermo col suo messaggio luminoso, Paolo Romeo Cardinale: due segni della benevolenza del cielo, ancorché attesi? Due eventi che suscitano gioia, merce rara da noi nei tempi presenti e oscuri. I poveri resteranno poveri. La munnizza resterà munnizza, dispersa e sminuzzata. Ma ogni frammento di gioia porta con sé un’occasione, è una finestra aperta, per quanto piccola, su un mondo diverso. E noi, grazie a piccole gocce di felicità,  sogniamo che, un giorno, Palermo possa conservare più a lungo un po’ della bellezza invisibile agli altri. Un po’ del suo cuore purissimo, noto soltanto ai viaggiatori dell’alba.


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