Caro Matteo Messina Denaro,
ti cureremo perché ti sei sottratto alla giustizia per 30 anni, impasticcato di pilloline e con la coda tra le gambe. Specchiandoti sul cartellone del padrino e sulla foto di Joker il pagliaccio. Hai dormito tra un bunker e l’altro con decine di ergastoli sulla coscienza, dopo aver scritto la storia di questa terra con un fiume di sangue di vittime innocenti.
Ti cureremo perché vogliamo contrastare con i nostri migliori medici il tumore che ti ha aggredito. Per farti percepire un afflato di giustizia e onorare il lavoro dei militari del Ros e in particolare del colonnello Lucio Arcidiacono, orgoglio della divisa e investigatore straordinario.
Ti cureremo e, per farlo, lo Stato ha costruito in poche ore, quando normalmente ci vogliono anni, un reparto oncologico ben attrezzato e un signor Procuratore come Maurizio De Lucia si è premurato di incontrati per dirtelo chiaramente. Non ci sarà un solo giorno in cui verrà meno il compito che la Giustizia ha affidato i suoi uomini: far trionfare le regole che hai osteggiato.
Ti cureremo perché sei padre di una figlia che hai rinnegato e che è cresciuta, senza di te, coraggiosa e straordinaria. Ma verrà a trovarti, mentre il conforto te lo daranno i medici che ti accudiranno fino all’ultimo istante, nella tua cella di massima sicurezza.
Ti cureremo anche se il 23 novembre del 1993 sei stato protagonista dell’ideazione e organizzazione – come hanno accertato i tribunali – del sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo, di appena 13 anni, con lo scopo di fermare il padre, colpevole di essere un “pentito”. Mario Santo Di Matteo stava parlando della Strage di Capaci. Il piccolo fu torturato e ucciso dopo quasi tre anni e sciolto nell’acido e tu sei stato condannato per questo, mentre lui è diventato il figlio di tutti. Il nostro piccolo Angelo.
Ti cureremo anche se sei stato ritenuto colpevole della Strage dei Georgofili a Firenze avvenuta nella notte tra il 26 e il 27 maggio del 1993 nei pressi della Galleria degli Uffizi, che provocò cinque morti e 40 feriti. Ma anche di quella di via Palestro a Milano, il 27 luglio del 1993, nei pressi della Galleria d’Arte Moderna, quando ci furono cinque i morti e 12 feriti, anche in questo caso per l’esplosione di un’autobomba. Stesso discorso per l’attentato di via Fauro a Roma, quando, il 14 maggio del 1993, un’autobomba esplose vicino alla casa del giornalista Maurizio Costanzo.
Ti cureremo anche se sei stato condannato per le stragi che hanno ucciso i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, gli agenti di scorta, ma non sei riuscito a cancellare il segno del loro sacrificio, le loro parole, il loro esempio che ancora oggi ci fa battere il cuore.
Caro Matteo Messina Denaro, ti cureremo perché hai avuto un ruolo diretto nel progetto politico di creazione, nel 1993, del movimento “Sicilia libera”, per consentire a Cosa nostra di entrare dalla porta principale nel mondo della politica e non solo da quella di servizio. Ma, purtroppo per te, nonostante i numerosi legami che siete riusciti a tessere col mondo delle istituzioni e della politica, non hai intaccato il sogno di questa terra: essere “libera” realmente.
Ti cureremo perché è nostro dovere farlo. (direttore@livesicilia.it)