Casalinghe prostitute per la crisi|È boom a Messina - Live Sicilia

Casalinghe prostitute per la crisi|È boom a Messina

Nei primi mesi del 2012 la squadra mobile ha scoperto oltre dieci casi di prostituzione in casa. E in alcune occasioni i figli erano nella stanza accanto. Ma gli assistenti sociali non possono intervenire.

Il fenomeno
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La crisi non risparmia alcun settore: persino quello della prostituzione viene coinvolto. Anche il mestiere più antico del mondo, infatti, stando agli inquirenti registra un calo della domanda, dovuto a stipendi che non si adeguano ai tempi neri che massacrano l’economia italiana. Ma la città dello Stretto registra anche un altro dato che danneggia le finanze delle prostitute, vale a dire l’esuberanza dell’offerta, che genera contrazione dei prezzi. E cosa determina questa “esuberanza”? Oltre alla grande immissione sul marciapiede di colombiane, nigeriane, slave e prostitute di varie nazionalità (quasi tutte giunte in trasferta da Catania), anche l’avvento, sul mercato del sesso a pagamento, di una serrata corte di casalinghe. È la nuova risorsa delle famiglie che arrancano per pagare bollette, mettere a tavola un arrosto o pagare la scuola di danza della bambina e quella di calcetto per il maschietto di casa: così la signora Pina della porta accanto diventa Samantha dalla lunga chioma. A costo, in alcuni casi scoperti dalla squadra mobile, di lasciare i figli in un’altra stanza mentre ci si intrattiene con un cliente.

I dati della squadra mobile parlano chiaro: cala la domanda per le professioniste e aumenta quella per le mamme che hanno il problema di arrivare a fine mese. Nonostante le tariffe siano, secondo le ultime indagini, più elevate: per le casalinghe, ritenute meno esposte alle malattie e più difficili da scoprire, si va dai 100 ai 150 euro, mentre il sesso da marciapiede si chiede fra 30 e 50. Appunto la crisi: un calo dei prezzi per le prostitute da strada dettato da una concorrenza spietata.

Messina, d’altro canto, registra un forte calo della presenza in strada di prostitute. Per Rosalba Stramandino, dirigente della sezione Reati contro la persona della squadra mobile, è un settore in calo, specie per colombiane e nigeriane. L’omicidio di una nigeriana, nel 2007, ha determinato un fermo nella tratta delle extracomunitarie. In aumento, invece, secondo la squadra mobile, gli incontri nei night club e nelle case d’appuntamento.

L’esplosione, però, riguarda appunto le donne qualsiasi. Alcune hanno la complicità dei mariti, altre si propongono per incontri a luci rosse nel segreto totale. I metodi di approccio sono quelli comuni alle colleghe da strada: “AAA massaggiatrice offresi” oppure la più tecnologica offerta sul web. Mascherina a coprire un volto noto al panettiere o il macellaio di zona, perizoma, reggiseni e giarrettiere a nascondere, in certi casi, un dramma. Come il caso che racconta Rosalba Stramandino: “Una donna di 32 anni, madre di una bimba di un anno, separata da un marito che non le dava alcun mantenimento, dopo l’estenuante, ed inutile, ricerca di un lavoro onesto, si è trovata nelle condizioni di doversi prostituire – racconta la dirigente della Mobile -. Un cliente, appresa la sua storia, ha deciso di approfittarne”. Da cliente a ricattatore: “L’uomo – prosegue Rosalba Stramandino – le ha imposto di consegnargli il denaro che incassava, minacciandola di rivelare al marito la verità sulla doppia vita che la donna conduceva. In quel caso la figlia le sarebbe stata sottratta. La donna ha denunciato i fatti alla Mobile, che ha arrestato il ricattatore”.

Non è l’unico caso, ovviamente. La sezione Reati contro la persona della squadra mobile, nei primi quattro mesi del 2012, ha già scoperto oltre dieci casi di questo tipo effettuando controlli in case private, abitate da padre, madre e figli. I vicini segnalavano andirivieni di uomini in quelle abitazioni. “E il motivo c’era – sottolinea la Stramandino – In tutti i casi segnalati, la moglie si appartava in camera da letto con i visitatori, mentre il marito distraeva i bambini. Abbiamo chiesto la presenza di assistenti sociali per la sola tutela dei figli: chi decide di vendersi, purchè non ci sia sfruttamento, è libera di farlo”.

Ma anche l’intervento degli assistenti sociali è limitato. L’assessore alla Famiglia e alle Politiche Sociali, Dario Caroniti, infatti, ribadisce che in questi casi l’amministrazione ha le mani legate. In pratica se c’è un padre ad occuparsi dei bambini, mentre la madre si intrattiene con altri uomini, se non c’è la promiscuità del contatto diretto tra figli e prostituzione la legge consente la coabitazione. Purchè “distratti”, i bimbi non si toccano.


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