Ingroia, rischio per Crocetta | Forza Italia: "Stop alle nomine" - Live Sicilia

Ingroia, rischio per Crocetta | Forza Italia: “Stop alle nomine”

L'Autorità anticorruzione ha definito incompatibili le cariche di commissario della Provincia di Trapani e di amministratore unico di Sicilia e-Servizi ricoperte dall'ex pm. Ma adesso il governo rischia la sanzione: stop agli incarichi per il presidente. Il deputato Falcone presenta un'interrogazione all'Ars.

PALERMO – E adesso il “caso-Igroia” rischia di legare le mani al presidente Crocetta. Almeno per i prossimi tre mesi. Sarebbe questa una delle possibili conseguenze della scelta del governatore di indicare l’ex pm come commissario della Provincia di Trapani. Una nomina “censurata” recentemente dall’Autorità nazionale anticorruzione. Una bacchettata che avrebbe, sostanzialmente, annullato quella nomina. “Tra le sanzioni previste in questi casi – attacca ora il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone, che ha presentato una interrogazione all’Ars – c’è il divieto, per il soggetto che ha firmato quella nomina, di attribuire incarichi per i successivi tre mesi”. Il soggetto, in questo caso, è il presidente Crocetta.

L’Autorità anticorruzione è stata istituita per vigilare sul rispetto da parte delle amministrazioni pubbliche, degli enti pubblici e degli enti di diritto privato in controllo pubblico delle disposizioni dettata dal decreto legislativo 39 del 2013. Un decreto assai noto ad amministratori, politici e addetti ai lavori. Visto che quel testo, sinteticamente definito il “decreto anticorruzione” appunto, disciplina i casi di inconferibilità e incompatibilità nell’attribuzione di cariche pubbliche.

Nel caso di Ingroia, l’Autorità ha stabilito che la carica dell’ex pm di commissario del Libero Consorzio di Trapani è da considerarsi una carica politica assimilabile a quella di presidente di una Provincia regionale, perché l’ente esercita le stesse funzioni di governo. Da qui l’incompatibilità con la posizione che Ingroia ricopre invece in Sicilia E-Servizi, la società che si occupa dei servizi informatici della Regione Sicilia, ente di diritto privato in controllo pubblico in cui Ingroia è amministratore unico.

“Gli incarichi di presidente e amministratore delegato di ente di diritto privato in controllo pubblico di livello locale – recita l’articolo 13 del decreto – sono incompatibili con l’assunzione, nel corso dell’incarico, della carica di componente della giunta o del consiglio di una provincia o di un comune con popolazione superiore ai 15.000 abitanti o di una forma associativa tra comuni avente la medesima popolazione della medesima regione”.

Un passaggio che sembra chiaro. Anche se Ingroia ha precisato: “La questione è già stata sollevata in sede politica, a mio avviso in maniera strumentale; e dal punto di vista giuridico la ritengo infondata: l’incompatibilità – spiega Ingroia – si porrebbe se io avessi una carica in un ente partecipato dalla Provincia. Ma così non è. La E-Servizi è una società ormai tutta della Regione e che opera per la Regione”.

Ma la norma parla di “ente di diritto privato in controllo pubblico di livello locale”. Esattamente l’identikit di Sicilia e-Servizi. “Sarà Crocetta – ha chiosato Ingroia – ad assumere le relative determinazioni”. Ma per il presidente adesso quella nomina potrebbe anche portare qualche spiacevole conseguenza. Quella ventilata nell’interrogazione presentata da Forza Italia. Falcone infatti chiede di sapere “se è stata mossa formale contestazione per incompatibilità al dottor Ingroia e se non ritiene provvedere con immediatezza alla revoca degli incarichi al fine anche di evitare di incorrere nelle sanzioni di cui all’articolo18 del già più volte citato decreto legislativo 39/2013”.

Il decreto anticorruzione, appunto. Che all’articolo 18 prevede le sanzioni nei confronti dell’organo che ha attribuito incarichi poi nulli. “I componenti degli organi che abbiano conferito incarichi dichiarati nulli – recita l’articolo 18 – sono responsabili per le conseguenze economiche degli atti adottati. Sono esenti da responsabilità i componenti che erano assenti al momento della votazione, nonché i dissenzienti e gli astenuti. I componenti degli organi che abbiano conferito incarichi dichiarati nulli – prosegue al secondo comma l’articolo – non possono per tre mesi conferire gli incarichi di loro competenza”. Il caso-Igroia, insomma, rischia di legare le mani al presidente per i prossimi tre mesi. In quei novanta giorni, Crocetta rischia di non poter conferire nessun incarico.


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