Assessore Antonio Scavone, che sta succedendo con questa cassa integrazione in deroga?
“Diciamo che è stato un flop nazionale. Ho cercato di capire se ci fossero delle negligenze o delle responsabilità da parte della struttura tecnica o del dipartimento. È in corso questa attività, ho avviato un’indagine”.
Intanto però c’è una platea di più di 140mila lavoratori in attesa di questi soldi di marzo. A che numeri siamo arrivati?
“A oggi 10.908 pratiche trattate, 4.526 autorizzate dall’Inps, 7.500 decreti emessi, quelli emessi oggi sono 1.525. E quando parliamo di decreti parliamo di aziende, ognuna ha in media tre o quattro lavoratori”.
Ci sono ancora più di trentamila aziende da trattare. Perché siamo andati così piano?
“Intanto le dico una cosa: la cassa integrazione ordinaria o il Fis non passano dalla Regione. La mia sensazione che è stato costruito un sistema per ritardare un possibile ingolfamento dell’Inps. A me pare che ci sia stato un appesantimento burocratico nella gestione di questa vicenda. Poi, le pratiche vengono trattate dai centri per l’impiego, ma il sistema informatico è così rigido da rimandare indietro le pratiche anche per errori minimi, come quelli sul codice d’avviamento postale di un singolo lavoratore”.
E non si può fare nulla al riguardo?
“Sulla farraginosità del sistema ho chiesto ausilio a un altro gruppo, l’Anpal servizi, dello Stato. Hanno fatto un lavoro di ripulitura complessiva del sistema. Domattina lo riproveremo”.
È notizia di oggi che si potranno impiegare più regionali per lavorare le domande, lo hanno annunciato i sindacati.
“Il dirigente ha fatto un incontro con i sindacati e se riterrà vi è una disponibilità maggiore di personale. Stiamo cercando di fare decreti multipli, per evitare di fare 40mila decreti. Se tutto va bene, nel mese di maggio recuperiamo tutto il ritardo. Intanto però non siamo più gli ultimi tra le regioni. È il sistema che non funziona. Siamo a livello nazionale a meno di un sesto delle domande esitate”.
Lei aveva annunciato 2.500 decreti al giorno, però…
“Avevo detto tra 1.500 e 2.500. Oggi ne abbiamo fatti 1.525. Che vuole, c’è il problema del sistema informatico, il lavoro a distanza…”.
Si era parlato anche della possibilità di far tornare fisicamente al lavoro i regionali.
“Sono tornate le persone che possono tornare in ragione delle regole”.
E si lavora cinque giorni su sette o sette su sette?
“Abbiamo lavorato anche il primo maggio e sabato e domenica. Lo sottolineo anche perché c’è stata una polemica aspra, lanciata da un viceministro dei 5 stelle proprio il giorno in cui io ringraziavo il ministro Catalfo”.
Ma era fondata la polemica, no? Non è che le cose sono andate bene.
“Ma quando Cancelleri attacca me è il giorno in cui siamo partiti, il 22 aprile. Semmai, perché siamo partiti il 22 aprile?”.
Perché?
“Perché l’azienda ha elaborato il sistema il 22. Ma noi avevamo fatto un grandissimo lavoro preliminare”.
Lei in quella occasione è stato accusato di voler zittire i giornalisti.
“Giuro che non ce l’avevo coi giornalisti, ho risposto a caldo a Cancelleri”.
Assessore, per maggio si arriva a fare tutti e 40mila i decreti?
“Spero di sì, speriamo vada bene l’esperimento di domattina. In settimana farò una conferenza stampa”.