ROMA – Il tempo è quasi scaduto per i quasi 1.500 lavoratori di Blutec, l’ex Fiat di Termini Imerese, e dell’Industria italiana autobus (IIA). Se entro il 31 dicembre non verranno prorogati gli ammortizzatori sociali, partiranno le lettere di licenziamento. Per questo Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm chiedono, in una conferenza stampa, al vicepremier e ministro, Luigi Di Maio, di convocare i due tavoli al ministero dello Sviluppo con la massima urgenza. A Termini Imerese, la vertenza si è riaperta con la ricerca di nuovi investitori, dopo le difficoltà di Blutec e la richiesta di Invitalia di restituire oltre 21 milioni di euro di finanziamenti. I lavoratori coinvolti sono 694 dipendenti più 300 dell’indotto. Per Iia, il futuro dei 290 dipendenti di Fiumeri (Avellino) e dei 154 di Bologna è appeso alla decisione delle Ferrovie dello Stato di partecipare alla ricapitalizzazione della società. E in attesa dell’assemblea dei soci decisiva, prevista per l’11 dicembre, la proprietà non ha ancora richiesto la cassa integrazione per il prossimo anno.
Ad aumentare le preoccupazioni dei sindacati c’è stata la perdita di una commessa della Regione Campania da 47 autobus dovuta all’impossibilità di rispettare i tempi previsti. Nel 2017, nonostante i 247 autobus fatturati, la produzione non è mai ripartita a regime e le commesse sono state realizzate da un’azienda turca. Per Termini Imerese, invece, nella seconda metà di dicembre dovrebbe partire il progetto per la realizzazione del Doblò elettrico e ibrido, che darebbe lavoro a circa 250 dipendenti. “La crisi finanziaria di Blutec non riguarda solo Termini Imerese ma un gruppo che ha 1.200 lavoratori e rischia di scatenare un effetto domino sugli stabilimenti Fiat a cui fornisce componenti. Rischiamo di avere migliaia di lavoratori fermi”, osserva il segretario nazionale della Fim, Ferdinando Uliano. “I tempi sono strettissimi. O lo sforzo del governo si concretizzerà entro il 31 dicembre o i lavoratori si troveranno in mezzo a una strada”, afferma il segretario nazionale della Uilm, Gianluca Ficco, che aggiunge di voler “cercare insieme una soluzione, non rinfacciare gli annunci fatti”. Mentre il segretario nazionale della Fiom, Michele De Palma, denuncia “dopo tanti tavoli, il black out informativo del governo, con una bomba a orologeria che sta per esplodere”. “Non staremo fermi ad aspettare le raccomandate dei licenziamenti”, dice annunciando, in assenza di risposte, una nuova mobilitazione.