La Cassazione stoppa Contrada | Nessuna revisione del processo - Live Sicilia

La Cassazione stoppa Contrada | Nessuna revisione del processo

Bruno Contrada

Dichiarato "inammissibile" il ricorso presentato dall'ex 007.

La decisione della suprema corte
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ROMA – La Cassazione ha dichiarato “inammissibile” il ricorso di Bruno Contrada contro la condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa emessa dalla Suprema Corte nel 2007 e contestata dalla sua difesa in seguito alla sentenza dello scorso aprile con la quale la Corte di Strasburgo aveva ‘censurato’ la condanna a 10 anni di carcere inflitta all’ex 007. La difesa aveva fatto ricorso per “errore materiale”.

In particolare la Corte di Strasburgo, in base a quanto sostenuto dalla difesa di Contrada, lo scorso aprile aveva ritenuto “ingiusta” la condanna di Contrada per concorso esterno rilevando che “questa figura di reato è stata costruita in epoca successiva ai fatti contestati”, che risalgono agli anni 1979-1988, mentre il concorso esterno è stato configurato all’inizio degli anni ’90. L’udienza si è svolta ieri a porte chiuse innanzi alla Seconda Sezione penale e il pg aveva chiesto il rigetto del ricorso di Contrada. La dichiarazione di inammissibilità del ricorso, spiegano fonti della difesa, indica che non era ‘percorribile’ la strada della ‘correzione’ della sentenza con il ricorso per “errore materiale”. Ieri il ricorso è stato discusso dall’avvocato Massimo Krogh.

*Aggiornamento ore 11.51
“La Cassazione si rifiuta in sostanza di applicare una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo. Si tratta di una decisione che contrasta con l’ordinamento giuridico italiano”. Così Bruno Contrada commenta la decisione con la quale la Cassazione ha giudicato “inammissibile” il ricorso dell’ex numero tre del Sisde contro la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa.

Contrada chiedeva la revisione del processo in forza di una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che l’anno scorso aveva sanzionato l’Italia. Per i giudici di Strasburgo, Contrada non doveva essere processato e tantomeno condannato perché, all’epoca dei fatti (1979-1988), il reato di concorso esterno in associazione mafiosa non “era sufficientemente chiaro e il ricorrente non poteva conoscere nello specifico la pena in cui incorreva per la responsabilità penale che discendeva dagli atti compiuti”. “Leggeremo – aggiunge Contrada – le motivazioni per cui la Cassazione non dà esecuzione alla sentenza della Corte europea. Ma sin da ora si può dire che sia una decisione in contrasto con la convenzione sottoscritta dallo Stato italiano”.

“Utilizzerò tutti i mezzi legali perché mi sia restituito l’onore che ingiustamente e indecorosamente in questi anni mi è stato tolto” annuncia Contrada. “Da tempo – aggiunge Contrada – sono impegnato in un’azione che esprime indignazione e rivolta morale contro uomini che rappresentano le istituzioni. E ancora non si rassegnano alla sconfitta. Ma io non mi fermerò. Rivendicherò fino all’ultimo respiro il mio diritto a essere risarcito per i danni morali, materiali ed esistenziali che sono stati procurati a me e alla mia famiglia”. Contrada ha fatto ricorso, oltre che in Cassazione, anche al Consiglio di Stato e alla Corte dei conti. Chiede l’applicazione di due sentenza della Corte europea per i diritti dell’uomo. Quella del 2015 contesta all’Italia la violazione dell’articolo della convenzione sulla irretroattività della legge penale. Quella del 2014 condanna l’Italia per avere inflitto a Contrada una “pensa degradante e inumana”: 10 anni interamente scontati.

*Aggiornamento delle 13.30

Riparte, intanto, la battaglia della difesa di Bruno Contrada per la revisione del processo e l’annullamento della condanna a 10 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Il legale dell’ex numero tre del Sisde, avvocato Stefano Giordano, ha annunciato che chiederà nei prossimi giorni un incidente di esecuzione. L’iniziativa segue la decisione della Cassazione che ha giudicato “inammissibile” il ricorso con il quale Contrada chiedeva l’esecuzione della sentenza della Corte europea per i diritti dell’uomo sulla “irretroattività” della legge penale.

Secondo i giudici di Strasburgo, il concorso esterno non era configurabile all’epoca dei fatti. Ora la difesa del funzionario chiederà l’incidente di esecuzione per contestare la legittimità della sentenza di condanna interamente scontata. “Sarà – ha detto l’avvocato Giordano – un’altra tappa di una battaglia che non è ancora conclusa”. (ANSA)


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