Casse vuote e 40 milioni di crediti | Tecnis, arriva un po' di ossigeno - Live Sicilia

Casse vuote e 40 milioni di crediti | Tecnis, arriva un po’ di ossigeno

I cantieri dell'anello ferroviario di Palermo (Foto d'archivio)

Anello ferroviario. In arrivo dalle Ferrovie 2,3 milioni per due stati di avanzamento maturati.

PALERMO – Questa potrebbe essere una settimana decisiva per il futuro della Tecnis e quindi anche per i lavori dell’anello ferroviario di Palermo. Ieri mattina uno spiraglio nella difficile e paradossale situazione finanziaria del colosso delle costruzioni Tecnis si è aperto. L’azienda, che accusa enormi difficoltà economiche nonostante vanti crediti nei confronti della pubblica amministrazione per circa 40 milioni, potrebbe ricevere domani una sostanziale boccata di ossigeno.

La buona notizia si è appresa nel corso di un’assemblea, all’interno di uno stato agitazione, per comunicare ai lavoratori i risultati delle interlocuzioni di questi giorni dei sindacati con Ferrovie e Tecnis. “Abbiamo appreso dalla stazione appaltante Rfi, e dalla stessa azienda, che a partire da venerdì Ferrovie pagherà a Tecnis gli stati di avanzamento lavori (Sal) 23 e 24 maturati – dichiarano Piero Ceraulo e Francesco Piastra per la Fillea Cgil Palermo e Ignazio Baudo e Salvatore Puleo per Feneal Uil -. Il primo, da 1 milione 300 mila euro, andrà quasi interamente ai subappaltori. Il secondo, da 1 milione, resterà in azienda. I lavoratori hanno stabilito, pertanto, insieme alle organizzazioni sindacali, di chiedere che i soldi degli incassi delle fatture vadano oltre che ai fornitori anche alle maestranze impegnate. Aspetteremo un primo saldo degli stipendi. Se gli incassi non saranno utilizzati per pagare le spettanze arretrate, alla luce del mancato pagamento si avvieranno altre forme di lotta”. Intanto, dovrebbe essere convocato nei prossimi giorni il nuovo tavolo tecnico tra i ministeri delle Infrastrutture e dello Sviluppo economico con sindacati e azionisti: un impegno preso dal ministro Calenda e necessario per placare i sindacati che la scorsa settimana si sono recati in massa a Roma.

Il colosso catanese delle costruzioni, che vanta un portafoglio lavori da 1,3 miliardi e cantieri sparsi per l’Italia, tra cui quello di Palermo, è in difficoltà, come accennato in precedenza: nonostante i debiti si siano drasticamente ridotti sia con i fornitori che con le banche, rimane un problema di liquidità. L’azienda ha in pancia, secondo quanto dicono i sindacati, ben 40 milioni di crediti da esigere subito, frutto di alcuni lavori conclusi con il Comune di Roma, con il porto di Genova e con l’Anas. Somme che, se erogate, darebbero più che una boccata d’ossigeno alla Tecnis consentendole di proseguire con gli altri cantieri. Un paradosso che tiene col fiato sospeso centinaia di lavoratori e tiene in bilico il completamento dell’anello ferroviario del capoluogo.

I sindacati predicano prudenza: la speranza dei lavoratori infatti è che al nuovo tavolo tecnico, a cui siederanno anche gli azionisti, si trovino soluzioni adeguate per sbloccare i pagamenti e consentire alla società di andare avanti senza troppi problemi. E ieri intanto è arrivata la buona notizia del pagamento da parte di Rfi di due stati di avanzamento maturati per 2,3 milioni complessivamente.

Nel frattempo gli operai continuano a lavorare e lo stop di venerdì scorso è durato appena una giornata, malgrado nessuno dorma sonni tranquilli. Non è un mistero che il Comune e la Regione spingano perché il cantiere dell’anello ferroviario venga completato in tempi strettissimi, dopo aver accumulato già tre anni di ritardi rispetto alla tabella di marcia originaria: Palazzo delle Aquile ha esultato per la liberazione dai cantieri di alcune aree come viale Campania e piazza Castelnuovo e ha annunciato la ripresa della circolazione in via Amari per luglio. Anche l’assessorato regionale ai Trasporti ha fatto presente a Rfi quanto sia cruciale proseguire con i cantieri, proprio ora che il Cipe ha finanziato anche il secondo stralcio per la chiusura dell’anello.

Ma il paradosso è che, se da un lato le istituzioni chiedono alla Tecnis di andare avanti e di accelerare su Palermo, dall’altro sono proprio enti pubblici o società dello Stato che ritardano nei pagamenti. Una situazione incredibile che fa stare sulla graticola i circa 500 dipendenti dell’azienda, le migliaia di lavoratori dell’indotto ma anche residenti e commercianti di Palermo danneggiati dai cantieri e che adesso, dopo anni di sofferenze, sperano che il sacrificio non sia stato vano.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI