CATANIA – Sono circa le 14.10 di mercoledì quando Gabriele Liuzzo, ex candidato alla Camera dei deputati con il Movimento 5 stelle e da tutti conosciuto come Lele, è appena uscito da lavoro. Sta andando a riprendere l’automobile, parcheggiata nei pressi di piazza Dante. Non sa ancora che quel parcheggio gli costerà le botte e 21 giorni di prognosi stabiliti dal pronto soccorso dell’ospedale San Marco di Librino.
“Sono un chinesiologo, collaboro con l’Asp di Catania – spiega Liuzzo a LiveSicilia – Avevo appena staccato ed ero andato a riprendere l’auto parcheggiata”. Il veicolo era in via Gesualdo Clementi, il tratto di strada che collega via Di Sangiuliano con piazza Dante. “La macchina si trovava in corrispondenza dello spazio esterno, chiuso, di una macelleria di carne di cavallo”, continua l’uomo. A una decina di metri di distanza, con il telecomando della chiave, toglie l’antifurto.
“E già a questo punto mi accorgo che qualcosa non va. Fuori dalla macelleria, piena di gente in pausa pranzo, era stata montata la griglia e l’uomo che se ne stava occupando inizia a inveire contro di me, a insultarmi in modo molto pesante“. Lui prosegue, apre la portiera e risponde: “Mi rendo conto che la mia macchina era parcheggiata in corrispondenza del loro dehors, quindi dico subito che la sto togliendo e sto andando via – prosegue – Ma appena dico che non c’è bisogno di insultare e che possiamo stare calmi, succede quello che non mi aspettavo”.
Dall’interno del ristorante, secondo la ricostruzione di Liuzzo, arriva un uomo piuttosto corpulento. L’uomo corre verso di lui, lo raggiunge, prima gli dà uno spintone e poi un colpo alla testa. “Io finisco a terra. Lui mi dice «Adesso te ne vai» e io a quel punto decido di no. Decido che avrei chiamato le forze dell’ordine, che avrei preferito pagare la multa e fare portare via la mia macchina con il carrattrezzi, denunciandoli per la violenza, piuttosto che stare zitto”.
La situazione si fa sempre più tesa. “Neanche il tempo di finire di parlare e mi arriva un altro pugno. Provo a prendere il telefono e mi arriva un colpo di sedia sulla schiena, poi un ceffone. Mi cade il cellulare. Nel frattempo passa un’auto dei carabinieri, le corro incontro, li fermo, chiedo soccorso, loro mi dicono di chiamare il 112 e vanno via”. Lui chiama il 112 e non si allontana, in pochi minuti arrivano la polizia e un’ambulanza. Tutti i presenti vengono identificati, lui viene controllato dal personale sanitario che lo invita ad andare in pronto soccorso.
Lì gli viene diagnosticato un “trauma cranico con contusione da percosse all’orecchio destro”, più un “trauma al ginocchio sinistro”, gli vengono consigliati approfondimenti otorinolaringoiatrici e ortopedici e gli viene data una prognosi di 21 giorni. “Le forze dell’ordine hanno preso le generalità di noi tutti, hanno sentito come sono andate le cose – aggiunge Lele Liuzzo – Adesso sto finendo le visite e raccogliendo i referti, per procedere con la denuncia tramite il mio avvocato“.
E conclude: “Ho scelto di non rispondere alle loro percosse perché, se lo avessi fatto, avrei perso dal punto di vista della mia dignità umana e del mio modo di essere. Esiste il diritto, esistono i diritti, e con quelli bisogna difendersi. Quello che è inquietante, però, è che per un parcheggio le cose degenerino così, in una città che sembra sempre più abbandonata a sé stessa“.