A fine stagione dei saldi, quando ci si prepara a predisporre la merce in vista della collezione primavera- estate, le aziende del settore moda e abbigliamento si dichiarano non soddisfatte sul fronte delle vendite.
Si tratta di un danno che si aggiunge alla crisi pregressa, causata, in primo luogo, dalla pandemia Covid 19 che già da due anni pieni si è abbattuta sulla popolazione e, di conseguenza, su ogni tipo di attività commerciale. Ma non solo, a questo si è aggiunto il successo dell’e-commerce che sta sempre di più spopolando a discapito degli acquisti di persona in negozio. In questi giorni, ad aggravare una situazione, già piuttosto complicata, arriva il caro-bollette su gas e luce. Di fronte a tutto ciò tante, troppe, aziende hanno preferito chiudere i battenti prima di indebitarsi oltremodo.
Di questo, in sostanza, ha discusso stamane, in sede a Catania, una rappresentanza di operatori del settore moda insieme al presidente Assoesercenti Sicilia – Unimpresa dott. Salvo Politino.
“Abbiamo riscontato un netto calo delle vendite – dichiara Cristiana Anfuso del gruppo Imperial – Sandro Ferrone – che porta ad un disagio per l’esercente, cui vengono continuamente chiesti sconti sugli sconti già applicati, poiché la gente non si sente invogliata a spendere nei negozi di abbigliamento. A questo si aggiungono le bollette e gli aumenti del caro energia, fattori questi che incidono notevolmente sulla sana vitalità di un’azienda. Nell’immediato dei Ristori aiuterebbero, ma occorrerebbe anche una legislazione che accomuni, nella tassazione, l’e-commerce al negozio fisico”.
Se gli ultimi due anni sono stati devastanti per il commercio in generale, qualche franchising è riuscito comunque a sopravvivere, ma senza grossi numeri, soprattutto oggi, a chiusura della stagione dei saldi: «Dai primi giorni di gennaio a questa parte abbiamo visto un calo del fatturato del 40%, nonostante gli sconti – dice Andrea Riccioli del gruppo Terranova -. Ci è sembrato di essere di nuovo in lockdown con ingressi limitati a pochi consumatori. Il governo nazionale dovrebbe togliere le imposte sugli affitti e dare altri Ristori, mentre escogita una soluzione per la ripresa».
I dati di Infocamere elaborati dal Centro Studi di Assoesercenti – Unimpresa per gli anni 2020 e 2021, da gennaio a dicembre per il settore abbigliamento, infatti, non sono rassicuranti: nel 2020 in Sicilia, di fronte a 493 iscrizioni alle Camere di Commercio, 574 aziende hanno cessato la propria attività (-81%). Focalizzando i dati su Catania e provincia, per lo stesso anno, sono state 111 le aziende che si sono iscritte, di fronte a 124 cessazioni (-13%). Guardando all’anno successivo, in chiusura del 2021, in Sicilia 435 sono state le iscrizioni alla Camera di Commercio, mentre hanno richiesto la cessazione 448 aziende (-13%). Mentre su Catania e provincia sono state 74 le iscrizioni e 97 le cessazioni (-23%).
“In Sicilia tra il 2020 e il 2021 mancano all’appello oltre 1000 imprese del settore moda – dichiara Salvo Politino, presidente Assoesercenti – Unimpresa – e Catania rappresenta oltre il 20% delle chiusure. Quello che chiedono le piccole e medie imprese del territorio è di avere aiuti a fondo perduto, adeguati alle perdite effettive. Appena si pensava che stesse arrivando la “ripresa” è arrivata la notizia del caro bollette: su questo il Governo ha messo degli aiuti che reputiamo insufficienti, per cui chiediamo di azzerare gli oneri di sistema, prevedere aliquote IVA più basse e soprattutto stabilire il pagamento sulla base dell’effettivo utilizzo dell’energia elettrica”.
Nel corso dell’incontro si è costituito il gruppo Assomoda, coordinato da Cristiana Anfuso, cui fanno parte tra gli altri, Fabrizio Milici, Elena Ternullo, Veronica Verderame, Andrea Riccioli.