Catania, benzinai minacciano: |"Pronti a incrociare le braccia" - Live Sicilia

Catania, benzinai minacciano: |”Pronti a incrociare le braccia”

I sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione dell'intera categoria e chiedono l'intervento del presidente della Regione Crocetta, "Affinché si provveda a stralciare la disciplina della distribuzione carburanti in Sicilia".

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CATANIA – Si annuncia calda l’estate catanese, non solo per le alte temperature. I gestori degli impianti di distribuzione del carburante sono infatti sul piede di guerra dopo il fallimento dell’incontro di giovedì scorso che ha visto discutere le Organizzazioni Sindacali rappresentanti degli impianti di distribuzione carburanti FAIB Confesercenti, FEGICA Cisl e FIGISC Confcommercio e l’Assessore Regionale alle Attività Produttive Linda Vancheri, ma che non ha prodotto i risultati sperati.

Da qui, la proclamazione dello stato di agitazione dell’intera categoria, che ha chiesto l’intervento del presidente della Regione, Rosario Crocetta, “Affinché si provveda a stralciare la disciplina della distribuzione carburanti in Sicilia dal corpo del testo unico delle attività produttive che sembra dovrà approdare in Assemblea entro la fine di luglio” – si legge in una nota inviata da Confcommercio. La categoria – si legge ancora -sottolinea da tempo la necessità di avviare un confronto mirato tra i referenti della politica regionale e le rappresentanze degli operatori, sulle problematiche di una realtà che possiede caratteristiche specifiche e singolari rispetto a tutti gli altri comparti, che presentano tipologie merceologiche di ben alta altra natura di quelle del settore petrolifero. L’auspicio è che si provveda, con rinnovato senso di responsabilità e nel rispetto della concertazione, a sviluppare un impianto di regole moderno che garantisca una maggiore perequazione degli interessi lungo la filiera dei carburanti, oggi sbilanciati a vantaggio delle grandi lobby economiche e delle rendite di posizione a danno non solo degli 8.000 addetti di questo comparto che vedono precarizzato il proprio posto di lavoro, ma anche degli automobilisti costretti a pagare prezzi dei carburanti non equi e discriminati”.

 


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