CATANIA – Il liceo Boggio Lera sta per dividersi in quattro parti, con aule piazzate dove si può, turni e, per una frazione delle classi, anche un ritorno alla didattica a distanza. La scuola, scoperchiata dal fortissimo vento che si è abbattuto su Catania il 5 ottobre scorso e colpita da crollo di una parte del tetto, ora fa i conti con i lavori di messa in sicurezza e con la lentezza delle verifiche e della burocrazia.
Le aule in meno
Il racconto di come il liceo nel centro di Catania sta affrontando la situazione somiglia più a una conta dei danni: “In questo momento abbiamo 29 aule in meno che non riusciamo immediatamente a colmare – racconta il preside del Boggio Lera, Donato Biuso – dunque con l’aiuto dell’amministrazione stiamo cercando di appoggiarci altrove: 7 aule saranno spostate in un istituto comprensivo, mentre 10 andranno al Sant’Orsola, qui vicino. Su altre aule stiamo cercando di adattare gli spazi qui da noi, mettendo banchi e sedie negli uffici di presidenza e del Dsga”.
Tra spostamenti in altre sedi e ragazzie e professori stretti in qualsiasi ambiente disponibile, rimangono senza nessuna aula 5 classi in totale. Su queste, il Collegio docenti del Boggio Lera ha escluso i doppi turni, dato che l’unione dei doppi turni con la varietà dei plessi causerebbe dei problemi logistici complessi a genitori, studenti e professori. Per questo si è puntato su un ritorno alla Dad, gestita con oculatezza: “Cinque classi in Dad – dice il preside Biuso – significa che, con una buona turnazione, a ogni classe spetterebbe un turno di didattica a distanza ogni 14 giorni”.
Il ritorno alla normalità
Se la sistemazione delle aule per continuare l’anno scolastico equivale a un’emergenza in cui si naviga a vista, il ritorno al Boggio Lera al completo è qualcosa che si sposta molto in avanti nel tempo. Il problema dell’istituto, ospitato in quella che fu la sede del monastero Benedettino della Santissima Trinità, è che i tetti, ispezionati in seguito al crollo di fine ottobre, sono quasi tutti da mettere in sicurezza. “Esiste un progetto da prima che arrivassi io – dice il preside – ma il problema è che si dovrà scoperchiare la scuola, dunque i tempi saranno lunghi”.
La scuola non rimarrà del tutto disabitata, ma ci vorrà del tempo prima che torni del tutto autosufficiente: “Per ora abbiamo operative 15 aule, che non hanno a che vedere con le zone interessate dal crollo e dai tetti non sicuri – dice il preside Biuso – poi avremo a disposizione altre 16 aule al piano di sotto. In totale avremo 31 aule nella sede Boggio Lera”. Quando tutti potranno tornare nella sede centrale, però, è una domanda a cui solo i lavori, e la burocrazia che li accompagna, sapranno dare risposta.