Ultimo, quartiere blindato: "non sono potuto tornare a casa" - Live Sicilia

Ultimo, Cibali off limits: “Non sono potuto tornare a casa”

La testimonianza di un residente.
L'ALTRA FACCIA DEL CONCERTO
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CATANIA – “Mi sento calpestato come cittadino”. Comincia così lo sfogo di Giacomo Guagliardo che ieri sera è rimasto fuori casa fino a tarda sera. Perché? È residente in via Lavaggi a pochi passi dallo stadio Cibali dove si è svolto il concerto di Ultimo. E oggi ci sarà la replica. “Dopo 12 ore di lavoro non ho potuto fare rientro nella mia residenza. Ho dovuto portare mia moglie e i miei figli fuori a cena per poter mettere piede nel mio appartamento solo dopo mezzanotte. E questa sera farò lo stesso. Secondo lei è normale?”, si chiede l’uomo che come lavoro ha fatto anche il tecnico dello spettacolo e non si spiega come si sia potuta attuare un’organizzazione del genere.

Facciamo un passo indietro. Venerdì sera sono spuntati “dei volantini che annunciavano la rimozione forzata da domenica sera fino a stasera. E già questo è sembrato parecchio strano, perché per le partite di calcio via Lavaggi non viene mai chiusa. Poi le vie d’accesso al Massimo – racconta ancora Guagliardo – si sono riempiti dei rimorchi dell’azienda che si occupa dell’allestimento. Solitamente dovrebbero sostare a piazza Spedini, ma credo – aggiunge il residente – che questa volta non abbiano disposto così per non dovere annullare il mercato del sabato e non avere problemi con gli ambulanti”. I problemi si sono concretizzati ieri pomeriggio quando alle 19 Giacomo ha provato a tornare a casa. Ma questo diritto gli è stato negato.

“Il primo blocco l’ho incontrato in piazza Bonadies”. Da lì è cominciato il girone infernale, il catanese ha dovuto fare slalom tra folle giovani di fan, gente che cercava un parcheggio e chi come lui provava a tornare a casa. Dopo telefonate, quasi un’ora in macchina per percorrere pochi metri, gli è stato detto di andare nel varco più vicino alla sua residenza con la speranza di trovare un’anima pia che lo avrebbe fatto passare. Ma così non è stato. “Non sono stati previsti pass per i residenti. L’unico pensiero è stato fare cassa con lo stadio, sapendo che comunque questo impianto sportivo è al centro di un quartiere dove vivono migliaia di persone”, denuncia ancora il residente. Che poi con ironia si chiede: “Ma un pompiere che dovrebbe andare a spegnere un incendio dovrà chiedere il permesso al signor Ultimo?”


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