CATANIA – Si chiama Clara, ha 25 anni e da un paio d’anni vive e lavora in Danimarca. Curiosa e caparbia e andata alla ricerca del lavoro adatto a lei, ed è stata selezionata dallo storico quotidiano danese “Berlingske” tra i 100 giovani di talento della Danimarca.
“Se per la Sicilia e l’Italia la mia può sembrare una storia di incredibile successo, per l’Europa è la normale routine.” Ci tiene a precisare Clara. “Non sono un cervello in fuga, sono una giovane alla ricerca del suo percorso”
Chi è Clara Giarrusso?
“Sono nata e cresciuta a Catania, e fino a settembre 2020 ho vissuto nella mia città. Ho frequentato la triennale in ingegneria civile e ambientale all’Università degli studi di Catania ed alla fine della triennale ho deciso di continuare i miei studi fuori dall’Italia.”
Perché hai scelto di studiare all’estero?
“Questa decisione parte dal fatto che la mia passione è l’ingegneria marittima e costiera e a Catania non esiste un indirizzo di studi specifico. Così durante l’ultimo anno, del percorso triennale, ho iniziato la ricerca degli istituti in Italia e in Europa che proponessero un corso specifico in questo settore ed l’ho trovato alla DTU Technical University of Denmark.”
Due anni di studio all’estero, la laurea, il lavoro ed un importante riconoscimento, tutto in pochissimo tempo, sei soddisfatta?
“Sì lo sono, ma ci tengo a precisare che non sono un genio e non ho neanche collezionato grandi performance nel mio percorso universitario. Ero una studentessa nella norma, anzi, ho finito la mia triennale in cinque anni.”
Trovare lavoro subito dopo la laurea è un bel risultato.
“Mi sono laureata il 14 dicembre 2022, ma ho iniziato lavorare il primo maggio 2022 come student assistant lavorando part time tra le 15 e le 20 ore a settimane. Ho iniziato a scrivere la tesi nel mese di luglio, e sono stata confermata con un contratto full time subito dopo aver conseguito la laurea. Ma questa non è una storia assurda o strana per il nord Europa, perché tanti miei colleghi universitari che hanno lavorato come student assistant, sono stati confermati, e lavorando adesso full time e a tempo indeterminato. In Danimarca e nei paesi del nord Europa la normalità è avere un contratto a tempo indeterminato.”
Clara lavora nell’azienda Force Technology, che insieme ad altre compagnie danesi e italiane sta portando avanti il progetto europeo Channeling the Green Deal for Venice promosso dall’Autorità portuale del mare Adriatico settentrionale per rendere la navigabilità di Venezia sostenibile.
Da Catania ti sei spostata a Copenaghen, come è cambiata la tua vita?
“Precisamente vivo a Kongens Lyngby, una bella cittadina a 10 km a nord di Copenaghen, dove ha sede l’università DTU. Vivo in appartamento con una coppia di amici danesi e due cagnolini, mi sveglio alle 06.30 per andare in ufficio in auto. Ho un lavoro con orario flessibile, e con possibilità di lavoro da remoto. Di solito finisco intorno alle 16.30.
La vita segue ritmi diversi a seconda della stagione. D’inverno fa freddo quasi -10 gradi, piove e fa anche buio presto, quindi i pomeriggi li trascorro a casa a leggere e a parlare al telefono con la mia famiglia, con la bella stagione il ritmo cambia. In primavera le giornate si allungano e c’è luce fino a tarda sera, ed è bellissima la Danimarca in questa stagione.”
Dove immagini la tua vita in futuro
“Voglio restare in Danimarca, mi piace il paese e la cultura e voglio continuare questa bellissima esperienza.”
Cosa ti manca della Sicilia quando sei a Copenaghen
“La mia famiglia prima di tutto, il mare perché non è uguale al mare della mia Catania, e il cibo.”
Cosa invece ti manca di Copenaghen quando sei in Sicilia
“Sono aspetti meno affettivi ma legati alla quotidianità. Mi manca muovermi liberamente per la città. A Copenaghen funzionano benissimo i mezzi di trasporto pubblico, mi sento più sicura ad andare in giro per la città a qualsiasi ora. Decisamente diversa da Catania.Ho tanti amici a Copenaghen e quando sono lontana mi mancano.”
Ad un anno dalla laurea lavora il 74% dei laureati, in Sicilia la percentuale si abbassa attestandosi sul 65% (dati del Rapporto Almalaurea), cosa consiglieresti ai tuoi coetanei?
“Credo sia molto importante essere curiosi, la curiosità ci spinge a guardare fuori della nostra comfort zone. Vorrei anche dire basta con le critiche rivolte ai giovani che scelgono di andare all’estero per realizzarsi. Io vado all’estero perché non trovo la mia strada qui, e l’esperienza di vivere lontano da casa e soprattutto in un paese diverso è ineguagliabile. Questa opportunità ti consente di creare un bagaglio culturale che non ha paragone con chi rimane sempre fisso nello stesso punto, credo che conoscere altre culture sia importante per apprezzare la propria. L’altra cosa importantissima è imparare bene l’inglese.”
Cosa vorresti chiedere a chi governa.
“Investire di più sull’istruzione e nelle Università. Secondo me è quello che manca. Investire nei giovani. E’ la differenza più grande di cui mi rendo conto quando parlo con i miei ex colleghi universitari di Catania e quando mi confronto con i miei nuovi ex colleghi in Danimarca. Il lavoro che io svolgo a Copenaghen non è una novità per le persone che vivono lì, i giovani che lavorano in queste grosse aziende sono tutti della stessa età ed hanno pari opportunità. Invece mi rendo conto che in Italia ai giovani non viene dato il lavoro che spetterebbe loro.”