CATANIA – Giovanni Colombrita, noto esponente di spicco della criminalità organizzata, nonostante fosse sottoposto a sorveglianza speciale, continuava a gestire e si muoveva per organizzare le corse clandestine dei cavalli. Assieme, naturalmente, alle scommesse ad esse collegate. Con cavalli di sua proprietà.
Quello riportato è solo un esempio su tutti. Che dimostra quanto sia fiorente – ma, soprattutto, simbolicamente potente – il fronte delle corse clandestine per Cosa Nostra.
Business e potere
Un fenomeno particolarmente radicato nel Mezzogiorno ed in particolare modo nella provincia etnea. Lo ha ribadito la recente relazione nazionale sul fenomeno delle zoomafie in Italia. Elaborata dalla Commissione bicamerale d’inchiesta ecomafie. Attività fervente. Particolarmente radicata nel Mezzogiorno con un seguito di tutto rispetto nella provincia etnea.
Il territorio di Palagonia è tra quelli più attivi. Tanto che si parla addirittura di “un ippodromo volante dove sono stati arrestati componenti della famiglia Santapaola-Ercolano e della famiglia Cappello-Bonaccorsi e altri esponenti della criminalità organizzata”.
Non è certo un mistero che, da tempo, i tentacoli di Cosa Nostra si siano protesi verso una spiccata passione per i cavalli. E sono tante – e senza distinzione – le zone grigie del catanese interessate alle corse fuorilegge. Dai territori di Nicolosi, Paternò, Camporotondo Etneo a (come detto) Palagonia fino ai tornanti vulcanici della ‘Mareneve’.
I dati: denunce e sequestri
E del resto, anche i dati cristallizzano il fenomeno. Solo nell’ultimo triennio sono stati sequestrati 43 cavalli, di cui 8 affidati ai proprietari in custodia giudiziale presso il medesimo sito ove gli animali sono stati rinvenuti durante le attività di controllo. Ulteriori 18 cavalli sono stati sottoposti a fermo amministrativo e affidati agli stessi proprietari.
Negli ultimi tre anni inoltre sono stati sequestrati circa 700 chili di carne equina, a seguito di venti controlli mirati presso esercizi commerciali. Sono stati denunciati 6 soggetti, elevate 35 sanzioni complessive sia penali che amministrative per un importo complessivo pari a circa 38 mila euro. Tra le violazioni accertate con maggiore frequenza emerge la mancata tracciabilità dei prodotti.
Il commercio di questa carne, per la quale non è definibile la provenienza, fa presupporre il rischio di macellazione clandestina, o di cavalli non idonei al consumo umano (non DPA) in quanto trattati con farmaci vietati.
Corse clandestine e cronistoria
Ed in provincia di Catania, la cronistoria degli eventi legati alle corse clandestine è un albo d’oro dell’illegalità che ha visto in campo il forte contrasto delle forze dell’ordine. Eccoli riportati in estrema sintesi.
Febbraio 2007. Tentativo di organizzare la “Corsa del Secolo” a Palagonia, tra il cavallo “Tempesta” (clan Santapaola) e “Valentino” (clan Cursoti). L’evento fu impedito da un intervento della Polizia di Stato.
01/12/2014 (Nicolosi). La Questura di Catania blocca una corsa clandestina, traendo in arresto un driver, sorvegliato speciale, e denunciando altre cinque persone. I due cavalli furono sequestrati.
24/03/2015 (Catania, V.le Ulisse). A seguito della pubblicazione sui social media di una corsa clandestina, la Polizia di Stato identifica e indaga i due driver, sequestrando i rispettivi cavalli.
30/03/2015 (SP 104, Sigonella). Bloccata un’altra corsa clandestina. Denunciate 4 persone e sequestrati due cavalli.
16/06/2016 (SP 104). Un incidente stradale tra veicoli che seguivano una gara clandestina causa il decesso di una persona.
06/07/2020 (Palagonia). A seguito di un incidente durante una corsa, un cavallo muore. L’Arma dei Carabinieri denuncia sedici partecipanti.
18/07/2021 (SP 104). Una disputa sul risultato di una corsa tra due scuderie rivali di San Cristoforo (“Pierino” e “Cortile Doberdò”) degenera in una sparatoria con diversi feriti. L’operazione “Locu” della Squadra Mobile porta a tre arresti;
18/02/2024 (Catania). Durante una corsa, un partecipante esplode in aria colpi di pistola. I controlli successivi portano all’identificazione dei responsabili e all’arresto del proprietario di una stalla, all’interno della quale sono stati rinvenuti ordigni esplosivi.
“Una difficile attività repressiva”
Sin qui il racconto. Per quella che resta una difficile attività repressiva. Per via dell’orario dello svolgimento (prime luci del mattino), la loro durata (pochi minuti), il numero elevato di partecipanti, la sede (strade secondarie e extraurbane).
E come riporta in calce la stessa relazione Zoomafie: “Un contrasto efficace richiederebbe un importante impiego di forze dell’ordine non conciliabile con i tempi stretti e con la scelta dei siti utilizzati come campi di gara”. Non esattamente una consolazione.

