Catania ed il rischio sismico: | “A breve le nuove linee guida” - Live Sicilia

Catania ed il rischio sismico: | “A breve le nuove linee guida”

Intervista a Calogero Foti, dirigente generale della Protezione Civile Siciliana.

Psicosi terremoto
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3 min di lettura

CATANIA. Focus sui terremoti: come sta messa Catania? Ecco il testo dell’intervista.

In queste ore i sismografi dell’INGV hanno registrato in Toscana scosse di terremoto fino a magnitudo 5.2, e se succedesse in Sicilia?

“Noi siamo pronti a intervenire immediatamente perchè ci siamo attrezzati nel tempo e continuiamo ad attrezzarci per migliorare il sistema di protezione civile. Il piano di protezione civile del comune di Catania c’è ed è pronto a ogni evento ma deve essere mantenuto vivo con gli aggiornamenti da parte degli uffici competenti”.

Ci sono quartieri a Catania come San Cristoforo, Consolazione, San berillo e Civita che da anni sono oggetto di abbandono o sono investiti da fenomeni di speculazione edilizia e abusi. Come si può intervenire per mitigare l’esposizione al rischio?

“Servirebbe una campagna di verifica puntuale di tutti gli edifici. Ci sono zone che hanno una vulnerabilità maggiore altre che hanno una vulnerabilità più bassa. Il calcolo della vulnerabilità sismica degli edifici si fa tenendo conto di molteplici fattori, partendo dalle varie tipologie edilizie e dall’anno di costruzione. Ma il richiamo che noi facciamo costantemente è ai sindaci in quanto devono aggiornare i loro i piani di protezione civile, controllare e vigilare. La protezione civile è un sistema complesso in cui il sindaco è la prima autorità responsabile. Noi come Dipartimento svolgiamo un’azione di coordinamento e controllo delle autorità competenti. Ultimamente abbiamo diramato le linee guida per l’aggiornamento dei piani di protezione civile relativi al rischio idrogeologico e al rischio vulcanico e adesso stiamo lavorando all’aggiornamento delle linee guida per i piani sul rischio sismico, che a breve saranno diramate”.

Ci dà qualche anticipazione?

“Innanzitutto si introduce il nuovo concetto di vulnerabilità urbana. È anacronistico parlare di vulnerabilità sismica degli edifici ma bisogna ragionare in termini di quartieri e complessi urbani abitativi. Le faccio un esempio, in caso di terremoto due palazzi si possono lesionare e dare il tempo alle persone di uscire e mettersi in salvo prima di eventuali crolli, ma se nelle vicinanze non c’è un area di attesa di protezione civile o addirittura non c’è una via di fuga ciò comporterebbe dei limiti alla capacità di risposta e di intervento. Quindi bisogna fare un passo avanti e valutare una serie di condizioni a contorno dell’abitato che devono essere rispettate per mitigare l’esposizione al rischio”.

Nei giorni scorsi dai microfoni di LiveSiciliaCatania è stata lanciata un’idea relativa all’approvazione di una norma regionale per la defiscalizzazione e la concesione di incentivi preventivi per il miglioramento antisismico degli edifici, cosa ne pensa?

“Di ipotesi se ne possono fare tante. Tutto ciò che può favorire il miglioramento della risposta di un edificio a un terremoto è sicuramente positivo. È possibile defiscalizzare, dare incentivi ai privati, come peraltro è stato fatto e si continua a fare con degli stanziamenti ad hoc, ma questo attiene alla sfera della politica e non a questo Dipartimento. Ma in ogni proposta o previsione normativa futura è opportuno chiedersi, quante persone hanno utilizzato realmente questi incentivi per migliorare la resistenza sismica della propria abitazione, e quanti invece si sono approfittate dell’occasione per aumentare la cubatura degli edifici, o realizzare aperture, porte, finestre che condizionano la resistenza strutturale dell’edificio?”

Cosa intende, quando dice che tali incentivi possono sortire degli effetti contrari?

“Dico che questo tipo di lavori devono essere controllati davvero con una rigida e rispettosa attenzione alle normative anti-sismiche”.

Allora cosa si può fare sin da subito?

“Migliorare la coscienza di protezione civile, questo è quello che possiamo fare e a cui lavoriamo ogni giorno. Mi spiego. Vivere, con una buona qualità di vita, significa anche avere maggiore sicurezza della propria abitazione per sè e per i propri cari. Quindi i cittadini devono stare attenti, si devono informare sui i rischi della propria casa, devono aprire gli occhi, studiare i documenti e le mappe sui rischi. Infine, se si devono aggiustare gli immobili lo devono fare, proprio per mettersi in sicurezza, sacrificando se serve le prerogative del confort, che portano spesso a commettere abusi edilizi. Bisogna essere consapevoli che un terremoto può danneggiare l’immobile ma l’importante è che non crei vittime e deve dare il tempo ai propri occupanti di mettersi in salvo”.


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