Furto al Museo del Castello Ursino, rubata un'iscrizione del IV secolo - Live Sicilia

Furto al Museo del Castello Ursino, rubata un’iscrizione del IV secolo

I dettagli del colpo, avvenuto durante una mostra

CATANIA – Una scritta in greco antico su una lastra di marmo larga una ventina di centimetri e alta un po’ meno, datata tra IV e il V secolo d. C.. Una testimonianza proveniente verosimilmente da Catina, l’antica Catania, e rubata nel corso dell’ultimo weekend di gennaio dal luogo in cui era custodita: il Museo civico del Castello Ursino, in piazza Federico II di Svevia. Un reperto archeologico che ha sulle spalle milleseicento anni o giù di lì, privo di assicurazione, che è stato trafugato direttamente dal museo nei giorni che intercorrono tra il 27 e il 29 gennaio 2024.

Un colpo degno di un personaggio letterario: una targa con incisioni di carattere funerario dei primi secoli dopo Cristo, posizionata là dove chiunque doveva vederla. In mostra, sotto gli occhi di tutti, senza copertura assicurativa, vigilata dalle telecamere di videosorveglianza interne al museo più importante della città di Catania. Secondo quanto risulta a questa testata, l’iscrizione di marmo era posizionata su una delle pareti delle prime sale del Castello Ursino. Affissa al muro, con tanto di cartellino che ne spiegava nome e provenienza.

L’epigrafe rubata

I dettagli su cosa sia stato rubato si trovano direttamente online: c’è un sito, realizzato dall’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche), che le epigrafi catanesi le aveva fotografate, catalogate e spiegate. Quella adesso rubata è inclusa nel novero di quelle digitalizzate dal Cnr: fa parte di una serie di epigrafi funerarie e sepolcrali che documentano non solo la presenza di una numerosa comunità ebraica all’ombra dell’Etna, ma anche le interazioni e le relazioni tra le comunità cristiane ed ebraiche nell’antica Catania.

Adesso, di quella lastra marmorea sono rimasti solo i fori dei chiodi nel cartongesso nero dell’allestimento della mostra. Secondo quanto appreso da LiveSicilia, la denuncia è stata formulata lunedì 29 gennaio 2024. In quella data, però, è stato spiegato che il reperto poteva essere sparito sabato 27 o domenica 28. In entrambi i giorni del fine settimana, comunque, il museo era aperto al pubblico dalle 9 alle 19. La struttura è rimasta chiusa solo il 30 e il 31 gennaio, perché impegnata nel disallestimento della mostra fotografica di Ferdinando Scianna.

Le indagini per ritrovare il reperto

A quel punto, però, il colpo era già avvenuto, senza che nessuno si accorgesse di nulla. L’iscrizione funeraria in marmo, come detto, secondo quanto risulta a questa testata risulta priva di un’assicurazione che proteggesse il Comune di Catania in caso di furto. Le immagini del sistema di videosorveglianza sono al vaglio degli investigatori e del fatto è stata informata anche la Soprintendenza per i beni culturali e ambientali del capoluogo etneo.

Da Palazzo degli elefanti, intanto, bocche cucite: il silenzio imbarazzato di chi deve rispettare il lavoro delle forze dell’ordine, ma anche di chi si è visto rubare da sotto il naso un reperto archeologico. E non mentre si trovava nei polverosi archivi, bensì mentre era esposto.


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